“Così si cammina insieme”

“Così si cammina insieme”

Dal “RisVeglio Duemila” N. 19/2017

 

Dare da mangiare agli affamati e da bere agli assetati di Dio. È quel che chiede (e al contempo quello per cui ringrazia) monsignor Lino Panizza, vescovo della diocesi di Carabayllo, in Perù, dove ha sede la nostra missione diocesana, che sabato scorso ha fatto visita all’arcivescovo Lorenzo, sulla via per Roma dove a inizio settimana ha incontrato anche papa Francesco per la tradizionale visita ad limina. Un’occasione per fare il punto sulla missione guidata da don Stefano Morini, a partire dai tanti bisogni delle persone che vivono alla periferia nord di Lima, dove è situata la parrocchia di Jesus Misericordioso.

“C’è soprattutto fame e sede di Dio – chiarisce monsignor Panizza –: quello peruviano è un popolo profondamente e intimamente religioso, e chi viene dalla montagna ha ancora una religiosità diversa. In parrocchia c’è molto da fare: c’è da costruire la chiesa materiale ma soprattutto quella spirituale. Per questo la presenza sacerdotale è essenziale. I soldi sono importanti, ma soprattutto i missionari, e tra essi i sacerdoti”. La diocesi di Carabayllo è giovane, spiega il vescovo. Cresciuta a partire dalla missione dell’Ordine di San Colombano, è nata e cresciuta con pochi preti e molti missionari, da tutto il mondo, soprattutto Stati uniti, Irlanda e Canada. Anche Lima è cresciuta a dismisura (sono raddoppiati gli abitanti), e con essa problemi e fragilità.

“La Chiesa all’inizio si è concentrata sulla carità, ma occorre anzitutto costruire la Chiesa spirituale”, ripete monsignor Panizza, che può contare su un centinaio di sacerdoti per una popolazione di quasi 3 milioni di persone: 10 volte quella di Ravenna con lo stesso numero di preti. Ecco perché il compito principale affidato a don Stefano, e a chi lo seguirà, è proprio quello dei sacramenti, della catechesi e della cura delle anime.

E don Stefano non si è tirato certo indietro: nella Veglia di Pasqua sono state 24 le Cresime, oltre che 12 prime Comunioni e 8 Battesimi per altrettanti ragazzi. Da qualche tempo sono arrivati due seminaristi, ad aiutare il sacerdote per le attività del sabato e della domenica, oltre a don Carlos, anche lui peruviano. E anche le opere parrocchiali, con la costruzione degli uffici e della canonica, vanno avanti.

Per fortuna “el Nino”, il fenomeno naturale che ogni anno colpisce il Perù, ha fatto meno danni che in altre zone del Paese, racconta monsignor Panizza: “In parrocchia niente di grave, mentre al Santuario di Santa Rosa è crollato il tetto. Il rio Chillon, esondando, ha portato via le case di chi aveva costruito sugli argini di sabbia.

Ma non c’è male che non venga senza un bene, in questo caso la solidarietà della gente, e tra loro anche di don Stefano e della parrocchia”. Monsignor Panizza è rimasto in Italia poco più di una settimana, ma non ha voluto tornare in Perù senza prima far visita alla sua diocesi d’origine e a quelle dalle quali provengono i suoi sacerdoti Fidei Donum: “ Credo sia importante tenere al corrente i vescovi dei sacerdoti che operano a Carabayllo della situazione, e continuare a dire grazie. Così si cammina insieme”.