Come mi trovo al Centro Stampa.
Esperienze di lavoro a Santa Teresa
Dal “RisVeglio Duemila” N. 42/2014
…Una luce come un’altra, un giorno come un altro, una persona come un’altra?…
No. Nessuno può immaginare ciò che quell’uomo, a suo modo, nella sua piccolezza può dare ancora.
Tutti siamo indispensabili, tutti diamo un contributo, seppur anonimo, abbastanza importante, quasi tutti “doniamo” e riceviamo scambi orali. Si dirà: “E le educatrici?”. Sono importanti anche loro, anzi soprattutto loro: se non vi fossero, altro che Centro Stampa, manicomio stampa! Loro ci “educano”, ovvero ci indirizzano alla concentrazione, all’applicazione e, individuo permettendo, al desiderio di completamento dell’obbiettivo lavorativo.
Prendiamo a caso uno dei colleghi del Centro Stampa (un ufficio spazioso, solare, colmo di computer, uno per ogni postazione) addetto come tutti all’opera di copiatura, per permettere l’uscita de “L’amico degli Infermi”, per chiarificare il tipo di impegno che si adotta durante le ore lavorative.
Innanzitutto buongiorno. Che tipo di compito svolge e quante sono le ore di lavoro?
“Salve. Oggi sono impegnato in un lavoro di inventiva di uno scritto, ma negli altri giorni o leggo, o copio libri edificanti. C’è sempre qualcosa da fare.”
Quindi non c’è noia durante il suo lavoro…
“Non credo proprio”.
E le educatrici come sono?
“Le educatrici sono brave, impegnate, puntuali. A volte sono severe, ma solo perché esigono da noi il miglior impegno. Ma è vero che non disdegnano momenti di distrazione e simpatia, durante la pausa lavorativa. Paola, Sandra e Santa hanno un bel modo di parlare, sono impegnate, sono simpatiche. I colleghi… Ecco, ce ne sono alcuni con i quali mi trovo bene, e altri meno bene però sono riuscito a integrarmi in questo cerchio molto impegnato che è il lavoro. Già perché per entrarci dentro mi tocca alzarmi prestissimo, alle 6.30 del mattino.
Enrico Cascio
Stare a scrivere al Centro Stampa mi giova molto per due motivi: il primo perché scrivo meglio e più velocemente, poi perché mi trovo in buona compagnia con altre persone che hanno anche loro dei problemi. Le cose che mi piacciono di più sono, oltre la ricreazione, la conoscenza di Santa, Sandra e Paola, che mi divertono molto e al pomeriggio mi fanno giocare (e vincere!).
Non devo dimenticare che siccome lavoro, ricevo un compenso, che però dura poco perché lo do immediatamente alla mia mamma. Altra mia attività è quella di andare a prendere la posta, per poi portarla a Suor Paola.
Nicola Nanni
Al Centro Stampa mi trovo bene con tutti, ho alcune mattine in cui sono più allegro e altre più triste, dipende dalle ispirazioni che ho, dai pensieri, e dal tempo, perché quando piove sono più malinconico e la voglia di venire cala, perché sto meglio a letto. Però di solito cerco di vedere le cose positive e di farmi forza. La mattina batto testi al computer, il pomeriggio qualche volta faccio il centralinista cioè rispondo alle telefonate e le passo alle educatrici. Qualche volta, col gruppo, faccio dei giochi di società; mi diverto a fare tutte e due le attività.
Marco Forlin
Quando sono venuto il 22 aprile, non sapevo lavorare bene al computer. Sono da cinque anni nel Centro Stampa “La Pieve” di Ravenna; ci sono ragazzi che hanno bisogno di attenzione più di me. Con loro parlo molto delle cose private, come le partite di calcio. Ho imparato a scrivere bene al computer. Abbiamo tra noi un rapporto molto bello, ci vogliamo bene come fratelli, come una grande famiglia. Con le educatrici mi trovo molto bene mi piacerebbe passare più tempo con loro. A volte diciamo brutte cose, pero il giorno dopo facciamo la pace.
Federico Mazzotti
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