ACR: L’esperienza delle elementari vissuta a Modigliana

ACR: L’esperienza delle elementari vissuta a Modigliana

Dal “RisVeglio Duemila”  N. 30/2015

 

“Tutto da scoprire”

Mentre a Ravenna arrivava “Flegetonte”, un’ondata di calore e umidità straordinaria, i ragazzi dell’Acr partivano per trovare riparo e conforto sulle colline di Modigliana. Ad aspettarli, nascosti tra i boschi: tigri dai denti a sciabola, Mammuth, Bradipi e altre creature tratte dalla fredda ambientazione del cartone “L’era Glaciale”. È iniziato così il primo campo Acr dei ragazzi di quarta e quinta elementare. Un’esperienza nuova, quasi un esperimento in linea con lo slogan dell’anno: “Tutto da scoprire”.

Quattro giorni insieme per conoscersi meglio, per stare con gli altri, riconoscere la natura e le sue meravigliose ricchezze, la bellezza del creato, il dono degli amici e stare con Gesù. All’arrivo è bastato un po’ di tempo per chiarire le regole, le istruzioni necessarie in qualunque famiglia che si rispetti e che rispetti gli altri e poi via con le attività, le squadre, i giochi, il servizio a tavola e la condivisione della Messa. Tante le preoccupazioni degli animatori prima di partire: sono piccoli, riusciremo a farci ascoltare? sono giovani, ci daranno retta? E invece sono proprio i ragazzi a ricomporre e dissipare ogni dubbio degli animatori. Fin dall’inizio ascoltano, seguono le indicazioni, dimostrandosi, per la loro età, straordinariamente responsabili. Per raccontare il campo allora è inutile contare gli sbadigli perché non sono di noia, e neanche le zecche, perché tanto te le toglie don Mattia. Occorre ripensare al falò sotto le stelle, alla passeggiata in mezzo al bosco e al gioco notturno, al fischietto di Fabio che richiama tutti e tutti accorrono in un attimo. E poi, ai sorrisi dei ragazzi (che non hanno mancato di stupirsi e di riflettere per quattro giorni, tra le colline di Modigliana sulla bellezza dello stare insieme e del donare agli altri un po’ di se estessi che è un po’ la chiave perché non ci si dimentichi di volersi bene.

 

Un pensiero degli animatori

Stefano: Il secondo campo elementari dopo circa venti anni. Sono stati quattro giorni molto intensi, quasi pieni. Pieni come i piatti di cappelletti che mi faceva mia nonna quando, mentre li versava cercavo di fermarla senza troppa convinzione dicendole: “Nonna oggi pochi”, ma poi, se non mi riempiva il piatto ci rimanevo male e ne volevo ancora. Anche di questa Acr e della sua gioia, dopo quattro giorni stracolmi ne rimane la stessa voglia.

Pietro: Quest’anno, al campo ACR elementari, a Montebello di Modigliana, ho avuto la grande opportunità di “trovarmi dall’altra parte”, da animato a animatore. C’è da dire che comunque non era la mia prima esperienza in assoluto da animatore, dopo anni di Grest, ma partecipando a un campo ho avuto il piacere di scoprire varie differenze. Sicuramente l’impronta più profonda che questi quattro giorni mi hanno lasciato è stata il conoscersi, vero elemento in più di un campo rispetto a ogni altra esperienza. Conoscere meglio qualcuno che già conoscevo, condividendo con lui la straordinaria quotidianità del periodo passato insieme, conoscere nuovi bambini, forse mai visti prima perché di un’altra parrocchia o, addirittura, proprio della mia, coloro per i quali il campo, alla fine, serve di più, come primo vero passo verso la vita di Chiesa. Ho avuto infatti il piacere di incontrare bambini meravigliosi, per i quali, sono sicuro, questi quattro giorni saranno indimenticabili anche in futuro, nella vita, per le emozioni che sono riusciti a provare, concentrate in così poco tempo e amplificate dal fatto che si trattasse (per la maggior parte) della loro prima esperienza di questo tipo. L’incredibile effetto che secondo me un campo ha è infatti quello di creare un’atmosfera magica, isolando un gruppo di ragazzi dalla loro vita di tutti i giorni e dalle loro famiglie (aspetto gradito a molti) e di renderli partecipi di un’esperienza unica, compagni di giochi, passeggiate, riflessioni, preghiere. Tutto questo facendoli inevitabilmente conoscere tra loro, legandoli strettamente anche se magari non si erano mai guardati in faccia prima, cementificando il loro rapporto in modo così solido da renderli, alla fine, una vera e propria famiglia, non a caso anche tema centrale delle nostre scenette e riflessioni. Ora, se in quattro giorni siamo riusciti a divertirci ed emozionarci così tanto, mi piacerebbe vedere cosa mai potrebbe succedere in una settimana!

 

Presso la Libreria San Paolo (via Canneti 9 a Ravenna – tel. 0544.32300) troverete due pagine dedicate alla Caritas nel numero di questa settimana.