Dal “RisVeglio Duemila” N. 8/2017 La testimonianza concreta della propria fede, nel quotidiano, sarà al centro del corso di formazione per gli operatori della pastorale sociale che fa parte del programma della Scuola Teologica. “Impegno sociale e politico nella gioia del Vangelo”: questo il titolo del corso che partirà martedì 7 marzo in Seminario e proseguiranno per tutti i martedì di marzo, con inizio alle 20.45. “Nel titolo abbiamo scritto ‘nella gioia del Vangelo’ – spiega Luciano Di Buò, direttore dell’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro che promuove il corso – perché i contenuti evangelici non vanno avvertiti e vissuti come un peso, ma trasmettono serenità a chi li applica nel quotidiano. E’ quanto afferma papa Francesco nell’Evangelii Gaudium, quando invita i cristiani a testimoniare Cristo proprio con gioia, impegnandosi nel sociale e nel politico. E’ un impegno a cui la famiglia, cellula vitale e fondamentale della società, non può sottrarsi”. Valorizzare la dimensione sociale dell’annuncio del Vangelo, riscoprire la dottrina sociale della Chiesa e acquisire consapevolezza dell’insostituibile ruolo sociale della famiglia per la costruzione del bene comune: questi alcuni degli obiettivi ce si propone il corso. I primi tre incontri saranno tenuti da don Franco Appi, direttore per la diocesi di Forlì-Bertinoro del Servizio per la scuola di formazione all’impegno sociale e politico, che martedì 7 marzo svilupperà il tema “L’educazione all’impegno sociale e politico è parte costitutiva dell’essere cristiano”, mentre nelle serate del 14 e 21 marzo parlerà rispettivamente della “La Dottrina Sociale della Chiesa” come faro nell’impegno politico e sociale del cristiano e del “bene comune in una prospettiva di solidarietà”. Il 28 marzo si parlerà infine di “Famiglia risorsa per la società” grazie a Elena Macchioni, docente di Sociologia della Famiglia presso l’Università degli studi di Bologna. “Il senso di vuoto che l’individualismo egoista e a volte violento di questi anni – spiega don Franco Appi – sta funzionando come pompa aspirante e c’è un risveglio proprio nelle situazioni di sofferenza. Gli ultimi fenomeni sia del terremoto e disastri naturali, sia delle migrazioni, hanno evidenziato una buona quantità di persone pronte a gesti di solidarietà e di amore al prossimo. Da questa realtà si può partire per una solida formazione all’impegno”. Sono tanti i documenti della Chiesa che richiamano il dovere, per un cristiano, di impegnarsi nel politico e nel sociale. “Ad esempio – continua don Appi – la ‘Gaudium et spes’: ‘Sbagliano coloro che, sapendo che qui noi non abbiamo una cittadinanza stabile ma che cerchiamo quella futura, pensano che per questo possono trascurare i propri doveri terreni, e non riflettono che invece proprio la fede li obbliga ancora di più a compierli, secondo la vocazione di ciascuno’”. Per fare crescere, nel quotidiano, il senso del bene comune è necessario, aggiunge don Appi, “partire da ciò che c’è nelle nostre comunità come forma di assistenza ai poveri o di interesse per il prossimo per poi crescere nella direzione di assunzione di responsabilità politica. Se seguiamo il magistero di papa Francesco ci accorgeremo di quanto proviene dal sistema economico, economia dello scarto. Si deve affrontare la crisi dei gruppi intermedi, cioè fra cittadino e organismi politici. Sindacati e partiti ora sono in crisi. Ecco, potremmo pensare alle nostre comunità come a gruppi intermedi embrionali”.
Fabrizio Casanova
Al via il corso di formazione per operatori di pastorale sociale

Segno di Cristo nella società