Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 2/2014
La Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato si celebrerà il 19 gennaio e avrà per tema: ‘Migranti e rifugiati: verso un mondo migliore’. Per l’occasione a Ravenna, nella Basilica di Santa Maria in Porto, domenica 19 gennaio alle ore 15 l’Arcivescovo Mons. Lorenzo Ghizzoni celebrerà una Santa Messa per tutti i migranti e i rifugiati. Sarà presente anche padre Pietro Gandolfi, da 14 anni responsabile della Pastorale dei Migranti e Direttore della ‘Stella Maris’ (via Paolo Costa, 55 Ravenna, tel. 0544.30235); lo abbiamo intervistato.
Padre Pietro, il prossimo 7 aprile riceverai un riconoscimento internazionale come responsabile di una delle ‘Stella Maris’ più efficaci d’Europa nell’assistenza ai marittimi. Segno che la tua azione pastorale ha portato frutti’
‘Io non ho fatto nulla’ sono stati i marinai ad inviare le segnalazioni a un’organismo internazionale che ha sede a Ginevra. Ai marittimi che sostano a Ravenna la ‘Stella Maris’ offre, gratuitamente, semplice assistenza: li accoglie, offre loro qualche abito, qualcosa da mangiare, la connessione wi fi grazie alla quale possono parlare con i familiari dai quali sono lontani, spesso da mesi e, cosa importantissima, il trasporto da e per il Porto che dista da qui dieci chilometri. Ora, per fortuna, non rileviamo più casi di navi abbandonate dagli armatori: ne abbiamo avute tredici in altrettanti anni. I marinai provengono un po’ da tutto il mondo; guadagnano fra i 700 e i 1.800 dollari al mese ma fanno una vita durissima. A Natale abbiamo distribuito loro trecento regali e fatto un rinfresco; nel corso del 2013 sono passati circa quattromila marittimi dalla nostra sede’.
Com’è il rapporto dei ravennati con la comunità di immigrati presente nel territorio?
‘Non è facile: a Ravenna e dintorni gravitano quasi quindicimila immigrati. Noi cerchiamo di aiutarne il maggior numero possibile. Soprattutto i nostri anziani sono timorosi nei loro confronti; poi c’è la paura ‘naturale’ del diverso, che è stata alimentata da leggi sbagliate come la Bossi-Fini, che ci ha fatto vedere l’immigrato come una persona da odiare. Ma non possiamo ‘chiuderci a riccio’, il nostro Paese è visto dai migranti come una terra di passaggio. Molti di loro si fermano per un po’, poi ripartono verso altri Stati europei’.
Tuttavia non è facile aiutarli e integrarli, perché anche la società ravennate è colpita dalla crisi. Come se ne esce?
‘Dobbiamo aiutarli, prima di tutto perché sono nostri fratelli e perché sono una risorsa: sono disposti a fare di tutto, anche i lavori più umili che spesso i nostri giovani rifiutano. Fino a pochi anni fa pensavamo andasse tutto bene e avevamo abbracciato la mentalità capitalista: produrre e consumare sempre di più. Essa è dannosa quanto quella marxista. E’ ora di cambiare modo di pensare: adesso ognuno deve essere contento di quanto ha, deve fare la propria parte verso gli altri, senza paure, anche perché l’immigrato non se ne andrà ‘ se non quando avrà fatto fortuna o inviato abbastanza denaro ai suoi familiari ‘. Così dobbiamo pensare: ‘hai sei-sette paia di scarpe?, bene, donane un paio a un immigrato, o comunque a un povero’. Oppure: ‘non hai nulla da dargli? Quando lo incontri, donagli il tuo sorriso’. Applichiamo nel nostro quotidiano quanto ci chiede Papa Francesco, con i suoi gesti e con le sue parole: il fondamento della pace è la fraternità’.
Fabrizio Casanova