90 anni di S. Teresa

 90 anni di S. Teresa

Dal “RisVeglio Duemila”  N. 2/2018   “Don Lolli continua a operare miracoli anche oggi, tutti i giorni, novant’anni dopo la nascita dell’Opera”. Ne è convinto don Alberto Camprini, direttore dell’Opera di Santa Teresa che verifica di continuo quanto sia ancora grande il cuore dei romagnoli. “Riceviamo tantissime offerte – dice don Camprini –  in grande quantità, soprattutto di generi alimentari e questo ci permette non solo di soddisfare le esigenze dei nostri ospiti, ma di aiutare altre realtà caritative. Nulla va sprecato, tutto viene condiviso con chi ha bisogno”. L’Opera, negli ultimi anni, ha attraversato una fase difficile. “C’era un problema di fondo – continua don Camprini -. Si era perso un po’ il significato della carità: poveri che i ricchi, senza troppa distinzione riguardo al contributo che potevano offrire. e questa situazione non era evidentemente sostenibile: quando sono venute a mancare molte religiose che facevano servizio e abbiamo dovuto assumere il personale (circa 150 persone) nonché adeguarci alle norme di sicurezza, investendo molte risorse, i nodi sono venuti al pettine”. Si è creato un buco di bilancio e sono state fatte scelte dolorose, ma necessarie. “Dal primo febbraio – puntualizza don Camprini – la cooperativa Dolce prenderà in affidamento diretto i reparti Santa Teresa e Angeli Custodi, sarà assicurata la nostra presenza e quella delle suore, oltre all’animazione spirituale.Gli altri reparti e comunità alloggio saranno gestiti dall’Opera e dati in appalto alla cooperativa”. Un modo per abbattere i costi e “per avere – precisa don Camprini – più tempo per stare con gli ospiti, curare l’accoglienza dei malati e dei gruppi che vengono a far servizio, fare formazione spirituale al personale e agli operatori della cooperativa La Pieve, braccio mobile dell’Opera”. La fecondità spirituale di don Lolli non si è spenta, grazie anche alla comunità di religiose (e ai religiosi laici) da lui fondate nel 1931. “Oggi – racconta la superiora della Piccola famiglia di Santa Teresa del Bambin Gesù, suor Anna Morandi – le religiose sono quindici, cerchiamo di vivere il carisma del servizio agli ultimi. Don Lolli voleva che si combattessero cinque forme di povertà: di sostanze, di salute di gioia, di grazia umana e di grazia divina”. “Arrivare all’anima attraverso il corpo – questo ci insegnava don Lolli – cioè facendosi prossimo alla persona sofferente”. Le religiose dell’Opera, ora, grazie al supporto del personale di assistenza, avranno la possibilità di dedicarsi anche ad altri servizi caritativi e di formazione in diocesi. Mentre, conclude suor Morandi, “la causa di beatificazione di don Lolli procede, seppure lentamente grazie a suor Donatella Tonioli (postulatrice) e don Alessandro Andreini”.   Fabrizio Casanova