3° Convegno Nazionale Adoratori
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 26/2011
Il 3° Convegno Nazionale Adoratori, ‘Signore da chi andremo?’, si è svolto ai piedi della Santa Casa di Loreto con lo stesso titolo del XXV Congresso Eucaristico Nazionale che si terrà nella Metropolìa di Ancona dal 3 all’11 settembre. Il Coordinamento Nazionale Adoratori, che ha organizzato il Convegno, vuole essere uno strumento al servizio della Chiesa in Italia, per la promozione del Movimento Eucaristico. Ai lavori del Convegno sono intervenuti relatori d’eccezione: Mons. Luciano Pacomio, Vescovo di Mondovì e biblista; Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo di Ancona-Osimo, che ospiterà il Congresso; Marcello Bedeschi, Segretario generale Cen; Mons. Celso Morga Iruzuibieta, Segretario della Congregazione per il Clero.
Nelle giornate di Loreto, oltre alle relazioni, alle Celebrazioni Eucaristiche, all’Adorazione notturna, al mirabile Oratorio Sacro ispirato alla vita di Madre Letizia Zagari, tenutosi in Basilica, i convenuti hanno dialogato fra loro, sia divisi in gruppi regionali per l’organizzazione di comitati di aiuto ai vari Delegati (per l’Emilia-Romagna, il Sacerdote ravennate Don Francesco Chinaglia), sia per condividere le esperienze vissute in tutto il territorio nazionale. Il prossimo anno non si terrà quello nazionale, ma si è deciso di investire sui suddetti Convegni Regionali (per noi, lo scorso 2 aprile si è tenuto a Ravenna, basilica di S. Francesco), come strumento per coinvolgere capillarmente le Parrocchie. Sul territorio nazionale a tutt’oggi abbiamo, in 14 Regioni, 50 cappelle di Adorazione Eucaristica Perpetua (in maggioranza Parrocchie), più due Ospedali (per l’intercessione per gli ammalati, i morenti e la vita), per un totale di circa 20.000 adoratori settimanali. Quella che si percepisce ‘ ha detto il coordinatore nazionale, Don Giovanni Lo Sapio ‘ è una forte domanda di spiritualità per saziare la fame di Dio presente nel cuore di ogni uomo, perché sempre più forte è il grido di chi cerca autenticità e forza per la propria vita in questo tempo di crisi e disorientamento. Tante domande, una sola risposta: Gesù Eucaristia!
L’Aep è un progetto per rinnovare le Parrocchie e per riportare la pastorale all’essenziale, partendo da Gesù Cristo, per combattere quel terribile male che è l’individualismo tra presbiteri, tra Parrocchie, tra associazioni e movimenti. Mettere l’Eucaristia al centro dell’attività della Chiesa, vuol dire recuperare la coscienza missionaria, come ha affermato Benedetto XVI: ‘Solo una vita autenticamente eucaristica, è una vita missionaria’. Dunque, aprirci al mondo e aprire le porte delle nostre chiese e non solo per dare risposta ai continui inviti del Magistero, ma anche per riscoprire l’essenza dell’identità cristiana. Negli ultimi 5 anni abbiamo visto raddoppiarsi il numero delle chiese di Adorazione Eucaristica Perpetua, visitando Diocesi e promuovendo Settimane Eucaristiche nelle varie realtà.
Il coordinamento nazionale, che cura i contatti attraverso il sito www.adorazioneperpetua.it, cerca di rafforzare i vincoli di comunione fra tutti gli adoratori, condividendo esperienze e divulgando la spiritualità eucaristica, ma non vuole essere un altro organismo o appropriarsi di altre realtà. Imitando nostro Signore, nascosto nelle Specie eucaristiche, vuole essere ‘sovrabbondanza d’amore’ per aiutare le comunità cristiane a diventare autentiche scuole di preghiera e casa di comunione, per rispondere alle sfide del nostro tempo e testimoniare la gioia che l’Adorazione Eucaristica Perpetua è ‘un’avventura senza ritorno’, proiettata verso il cielo.
Adorazione, aspetto non ancora pienamente sviluppato nella Chiesa
Dall’omelia del Segretario della Congregazione per il Clero, Mons. Celso Morga Iruzuibieta.
Mons. Iruzuibieta ha definito l’Adorazione Eucaristica una relazione di amicizia con l’Amore che dura per sempre; è una necessità profonda per l’uomo, ma è anche un forte desiderio di Gesù di stare con noi. Riprendendo Benedetto XVI alla Gmg in Germania, ha preso a esempio i Re Magi i quali imparano, alla presenza del Bambino, a dare tutto di sé, conformandosi all’amore divino; così gli adoratori. Per rinnovare la Chiesa occorre testimoniare la bontà, essere uomini fertili e concordi e lasciare da parte le futilità. Il gesto che permette questo cambiamento è l’Adorazione, perché è l’essenziale, è la priorità. Citando Papa Benedetto, il Segretario della Congregazione per il Clero ha detto: ‘Siamo oppressi dalle necessità del mondo tanto che l’Adorazione è messa al margine, ma se perdiamo l’Adorazione perdiamo il volto della dignità umana’. Noi adoratori siamo coloro che cercano e trovano, per far trovare a tutti il vero volto di Cristo, l’unico che può riempire il cuore dell’uomo in modo duraturo. Dal Concilio (LG e SC) viene l’appello a insistere sulla Chiesa Sacramento durevole, che rende presente il suo Signore e lo fa rivivere. Gesù chiese alla Beata Giuliana di Olanda di far istituire la Festa del Suo Corpo; questo è molto significativo: Gesù desidera stare cuore a cuore con ognuno di noi per svelarci i suoi segreti, ma questo aspetto non è stato ancora pienamente sviluppato nella Chiesa. L’Adorazione è uno strumento, ma lo scopo è di lasciare che Dio realizzi i Suoi progetti; Lui prende l’iniziativa e noi dobbiamo permetterglielo.
La Chiesa, ‘grembo’ per custodire l’Eucaristia
Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo di Ancona-Osimo,ha affermato che il Congresso Eucaristico Nazionale, ‘Signore da chi andremo?’, è per coloro che fanno dell’Eucaristia il centro della loro vita, accogliendo la parola ‘irricevibile’ di Gesù (Io sono il pane vivo, la bevanda di salvezza), per offrire, diffondere e riconsegnare ai fratelli lo stesso Gesù Cristo. Questo grido di Gesù ‘ ‘Volete andarvene anche voi?’ ‘ è rivolto anche a noi cristiani del XXI secolo, che fatichiamo a ridurre il divario culturale tra il ‘celebrato’ e il ‘vissuto’, cadendo dentro il tranello di separare fede e vita. Questa mentalità giustifica il nostro ritenere la Celebrazione fine a se stessa, mentre l’Eucaristia è l’incarnazione che continua, è il desiderio di Dio di stare coi suoi figli’ Dio si è inventato un ‘grembo’, Maria e con l’Eucaristia chiede a tutti noi (la Chiesa) un altro ‘grembo’, per essere custodito sulla terra. Ma ‘Chi’ è l’Eucaristia? Gesù Cristo non si può capire, va solo accettato e creduto; c’è l’urgenza di oltrepassare il ‘segno’ e affidarsi a Lui completamente, a tutti i costi. E’ la prima volta che il Congresso non è solo ‘adorativo’, ma volto a ridurre la distanza fra la celebrazione e la vita. I cristiani si cibano di Uno che si è dato per tutti, quindi non possono dimenticare di essere un ‘popolo eucaristico’.
Rossella Gatti