Ufficio Famiglia: Luglio 2012

Ufficio Famiglia: Luglio 2012
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 28/2012
 
Ufficio per la Pastorale familiare
Siamo la forza che cambia il mondo
L’Incontro mondiale delle famiglie (30 maggio-3 giugno 2012) con Benedetto XVI è passato. Dopo il fervore dei preparativi e l’euforia per la grande partecipazione, ci chiediamo che cosa resti di quell’avvenimento straordinario. Qual è la sua eredità? Scrive Luciano Moia, sull’ultimo numero di Noi, genitori e figli (supplemento d’Avvenire) che d’ora in poi parlando di famiglia non si potrà più fare a meno di quanto detto, visto, fatto, ascoltato durante quei giorni. Milano 2012 ha mostrato una comunità che sa unire ‘ come ha detto il Papa ‘ fede, radici e laicità positiva. Gli spunti del Congresso teologico pastorale e le indicazioni fornite da papa Benedetto costituiscono un corpo vincolante per chi intende lavorare con e per la famiglia. La sintesi del ‘modello Milano’, frutto di oltre cento relazioni e tavole rotonde, potrebbe essere questa: la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, aperta alla vita e all’educazione dei figli, disponibile a dare testimonianza della speranza che la anima nella Chiesa e nella società plurale, è innanzi tutto una scuola di buone relazioni: sintesi di amore e verità, di accoglienza e solidarietà, di gratuità e senso di sacrificio, di disponibilità e passione per l’essere umano. Poi, le buone relazioni costruiscono identità positive e preparano il terreno favorevole per l’affermazione di quel bene comune che si concretizza in ogni ambito di vita, dal lavoro alla festa, nella famiglia tra tutti i suoi membri (genitori, figli e nonni) e nelle comunità cristiane. Tutti responsabili di tutti, pur nella diversità degli impegni e dei ruoli.
Il modello è serio e non un’idilliaca immagine pubblicitaria. A Milano s’è parlato anche di famiglie ferite dalle incomprensioni e dall’egoismo, dall’utilitarismo e dall’individualismo. Ma queste persone, in particolare i divorziati risposati sono pienamente nella Chiesa. Ha detto loro Benedetto XVI: ‘Sappiate che il Papa e la Chiesa vi sostengono nella vostra fatica. Vi incoraggio a rimanere uniti alle vostre comunità, mentre auspico che le diocesi realizzino adeguate iniziative di accoglienza e di vicinanza’. Indicazioni chiare e impegnative che dovrebbero portare alla valorizzazione e partecipazione attiva dei separati e divorziati. Nel ‘modello Milano’, inoltre, trovano collocazione l’apporto delle persone anziane e l’inserimento dei disabili. Anche se la famiglia proposta durante il congresso era quella occidentale, diversa da quelle provenienti da America Latina, Africa o Asia, le buone relazioni ‘ ha concluso il giornalista ‘ possono diventare un mandato senza confini, capace di estendere ovunque le risorse delle famiglie che, costruite sull’amore e sulla verità, come ha detto il Papa, ‘sono la forza che cambia il mondo‘.
 
Frasi di papa Benedetto XVI (dai discorsi tenuti a Milano)
‘Care famiglie, non perdete il senso del giorno del Signore! E’ come l’oasi in cui fermarsi per assaporare la gioia dell’incontro e dissetare la nostra sete di Dio’.
 
‘Il progetto di Dio e la stessa esperienza mostrano che non è la logica unilaterale dell’utile proprio e del massimo profitto quella che può concorrere a uno sviluppo armonico, al bene della famiglia e a edificare una società giusta, perché porta con sé concorrenza esasperata, corsa ai consumi, disuguaglianze e disagio nelle famiglie’.
 
‘Cari ragazzi, il Signore ogni giorno vi chiama a cosa grandi. Siate aperti a quello che vi suggerisce, e se vi chiama a seguirlo sulla via del sacerdozio o della vita consacrata non ditegli di no! Vi dico con forza: ragazzi tendete ad alti ideali!’
 
‘Dovrebbe crescere il senso della responsabilità in tutti i partiti, che non promettano cosa che non possono realizzare, che non cerchino solo voti per sé, ma siano responsabili per il bene di tutti e che si capisca che politica è sempre anche responsabilità umana’.
 
‘Il problema dei divorziati risposati è una delle grandi sofferenze della Chiesa di oggi. Mi sembra un grande compito di una parrocchia fare il possibile perché sentano di essere amati, accettati, che non sono ‘fuori’ anche se non possono ricevere assoluzione ed Eucaristia’.
Stefania Bonadonna