XXXV° Giornata Nazionale per la Vita
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 4/2013
Si celebra anche a Ravenna, domenica 3 febbraio, la XXXV Giornata nazionale per la Vita; in merito proponiamo la seguente riflessione.
XXXV Giornata nazionale per la Vita ‘Generare la vita vince la crisi’, leggere il testo del messaggio dei Vescovi Italiani, per la verità sempre più annacquato negli ultimi anni, e fermarsi a riflettere. Troppe giornate con troppe intenzioni durante l’anno. La difesa della vita nascente è quotidiana, feriale, sempre sul pezzo, deve essere sempre aggiornata in materia di cultura scientifica che corre e non sempre al servizio dell’uomo, in materia giuridica che si arroga azioni di vita e di morte di fronte all’inalienabile diritto alla vita, in fantasia e creatività nel trovare gli aiuti mirati per quella mamma e quel figlio che ha in grembo in quella particolare situazione che incontri. E la mente ripercorre gli eventi di cronaca recentissimi: un feto morto abbandonato per incuria su una barella in ospedale a Ravenna, un bimbo appena partorito lasciato nel water di un Mc Donald a Roma (si chiama Emanuele ed ora è stato adottato), una neonata buttata nel cassonetto a Bologna e trovata da passanti, proprio sotto la casa del Cardinal Caffarra che ha scritto a Maria Grazia (questo il suo nome) una commovente lettera. Pagine intere di giornali, servizi televisivi. Un sacco di persone che si stracciano le vesti. E poi torno alla realtà quotidiana: quell’assordante silenzio sull’attuale shoah ravennate, italiana e mondiale che riguarda la mattanza di bimbi concepiti. 56 milioni di aborti nel mondo anche questi passati dai camini degli inceneritori; centinaia di migliaia prodotti in Italia dentro gli alambicchi degli stregoni della vita che non vedranno la luce; decine di migliaia, altresì, sospesi nel tempo vuoto dell’azoto liquido per un insensato accanimento procreatico che deve soddisfare desideri dell’egoismo dell’uomo moderno che si crede padrone di tutto e di tutti, gli incontabili criptoaborti dovuti a strumenti e ‘pillolame’ vario, spacciato per contraccezione ma in realtà abortivo, in un tentativo ulteriore di obnubilare le coscienze rendendo i confini sempre più sfumati. Bimbi concepiti che non avranno un nome. E capisci che non puoi solo prendere atto della realtà, bisogna passare alla presa di consapevolezza e all’azione dopo la contemplazione di quell’immagine e somiglianza loro con Gesù Concepito. Quando Signore ti abbiamo visto nel grembo di una donna? Lì, in ognuno di loro! E allora non posso tacere l’incuranza, anche in casa cattolica, persino di una preghiera. Non posso tacere sul ricominciare a formare le coscienze a partire dall’abc di scienza, morale e fede anche nelle comunità ecclesiali dove ancora troppi sono i ‘cristiani del però’ (però se è handicappato, però se non può averne, però.., però) che devi accuratamente distinguere poiché sono solo possessori di certificato di Battesimo. Non posso tacere l’emergenza educativa che passa dall’essere, dal nostro personale essere, dalla testimonianza feriale e non dal ‘parolame’. Non posso tacere in epoca di crisi e di spending review sui soldi che lo Stato impiega in persone e strutture per uccidere i suoi figli, il suo futuro anziché aiutare la crescita e le famiglie, essendo consapevole che salvare i bimbi concepiti non è prettamente una questione economica ma di apertura del cuore. Non posso tacere vedendo negoziato e contrattato il valore di ogni concepito e il diritto alla vita da parte dei politicanti sedicenti cattolici, che se solo seguissero le indicazioni del Santo Padre e si fermassero a riflettere sul significato di politica come ‘gestione del bene comune’ e sul ‘valore non negoziabile’, avrebbero già in tasca un bel programma di governo sull’ecologia dell’uomo intesa in senso giusto. Non posso tacere sul fatto che non abbiamo il coraggio di ripetere le parole di Giovanni Paolo II: Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata… Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l’autorità di distruggere la vita non nata… Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un’emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio… Ci alzeremo quando l’istituzione del matrimonio viene abbandonata all’egoismo umano… e affermeremo l’indissolubilità del vincolo coniugale… Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche… e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell’individuo ma anche per quello della società… Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l’energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia… Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto’. E mi accuseranno, come al solito, di essere troppo dura, di non essere caritatevole, di non essere dialogante ma anche se fosse ricorderò nel mio cuore le parole di Benedetto XVI: ‘Se in passato nella presentazione della Verità talvolta la Carità forse non risplendeva abbastanza, oggi è invece grande il pericolo di tacere o di compromettere la Verità in nome della Carità. Certamente la parola della Verità può far male ed essere scomoda. Ma è la via verso la guarigione, verso la pace, verso la libertà interiore. Una pastorale, che voglia veramente aiutare le persone, deve sempre fondarsi sulla Verità. Solo ciò che è vero può in definitiva essere anche pastorale.’
Cinzia Baccaglini