Un miracolo sorprendente e un testo evangelico di grande ricchezza. Gesù compie un prodigio per aiutare una coppia in difficoltà proprio il giorno delle nozze. Stimolato da Maria. Un gesto di servizio e di attenzione alla dimensione umana, alla gioia di una festa che poteva essere rovinata dalla poca previdenza dello sposo. Si può dire che si rivela anche in questo piccolo gesto, come nel caso della moltiplicazione dei pani, la grandezza dell’Amore di Dio che viene incontro alla debolezza e all’insufficienza dell’amore umano e della sapienza umana.
Ma c’è di più. Gesù fa questo gesto inaspettato come inizio dei “segni” o miracoli, che devono manifestare la sua gloria, perché i suoi discepoli credano in lui: la vera intenzione di Gesù è far crescere la fede in lui, anche attraverso un gesto di gentilezza, di affetto per gli sposi che lo hanno invitato. Quello che Gesù rivela è un Dio attento all’uomo e amante dell’umanità, nei suoi limiti e nei suoi bisogni, provocato da Maria, che ha intuito per prima il valore anche di rivelazione, di un gesto come quello. Lei desidera e spera fermamente che il Figlio faccia un gesto di provvidenza e di carità, anche per rispetto dei valori umani importanti del matrimonio e dell’amicizia. Gesù alla fine apprezza la “donna” e in certo senso le obbedisce, ed è un messaggio per dirci che non solo Maria, ma ogni donna va ascoltata e valorizzata.
C’è anche una allusione all’Eucaristia: il vino buono che Dio Padre ha tenuto da parte fino ad ora, è Gesù stesso che si offre a noi sulla croce e ci fa entrare in comunione con lui, nel sacramento. È un anticipo del banchetto finale, della ultima cena e di ogni nostra celebrazione dell’eucaristia, dove il sangue di Cristo ci risana, ci rallegra, ci santifica, perché ci è dato da lui, come vera bevanda di salvezza.
Maria è presente qui e sotto la croce, due sole volte in tutto il vangelo di Giovanni, e ci indica che dall’inizio alla fine della missione del Figlio, lei lo accompagna, dal primo segno all’ultimo grande segno quando Gesù si offre come vero agnello pasquale sulla croce, lei c’è sempre. E sarà affidata dal Figlio morente, al discepolo amato perché possa continuare a essere madre della Chiesa nascente, quando lo Spirito nella Pentecoste infiammerà gli apostoli, per lanciarli verso la grande missione, l’evangelizzazione di tutte le genti.
Chiediamo anche noi a Maria di intercedere affinché siamo ricolmi di speranza guardando a Gesù, il Figlio che ci ammaestra e ci guida con la sua parola, perché ci vuole salvi e nella gioia.