Vangelo di Pasqua

Vangelo di Pasqua

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 13/2012
 
Pasqua di Risurrezione
At 10, 34.37-43
Salmo 117
Col 3, 1-4
Gv 20, 1-9
Commento a cura di Don Christian Cerasa, Parroco di San Vittore
 
Pasqua è il tema più arduo e più bello di tutta la Bibbia. Arduo perché va contro ogni evidenza e ogni logica, bello perché la vita si riaccende di vita, se credo. Pasqua non porta solo la ‘salvezza’, che è il tirarci fuori dalla perdizione, dalle acque che ci minacciano, ma la ‘redenzione’, che è molto di più, che è trasformare la debolezza in forza, la maledizione in benedizione, la croce in gloria, il tradimento di Pietro in atto di fede, il mio difetto in energia nuova, la fuga in una corsa trepida. Maria corse da Simone e dall’altro discepolo, che Gesù amava… correvano insieme Pietro e Giovanni. Perché tutti corrono nel mattino di Pasqua? Che bisogno c’era di correre? Tutto ciò che riguarda Gesù non sopporta mediocrità, merita la fretta dell’amore: l’amore ha sempre fretta, chi ama è sempre in ritardo sulla fame di abbracci. Corrono, sospinti da un cuore in tumulto, perché hanno ansia di luce, e la vita ha fretta di rotolare via i macigni dall’imboccatura del cuore. L’altro discepolo, quello che Gesù amava, corse più veloce. Giovanni arriva prima di Pietro, arriva per primo a capire il significato della risurrezione, e a credere in essa. L’amato ha ‘intelletto d’amore’ (Dante), l’intelligenza del cuore. Un detto medievale afferma: i sapienti camminano, i giusti corrono, solo gli innamorati volano. Chi ama o è amato capisce di più, capisce prima, capisce più a fondo. Vide i teli posati là. Giovanni entrò, vide e credette. Anche di Pietro è detto che vide, ma non che credette. Giovanni crede perché i segni sono eloquenti solo per il cuore che sa leggerli. Giovanni ha il cuore pronto a bruciare la distanza tra Gerusalemme e il giardino, tra i segni e il loro significato, tra i teli posati là e il corpo assente. È pronto perché amato: ‘ti vedrò nell’amore avuto e dato./ Ma se altro è il tuo cielo,/ non ti vedrò Signore’ (C. Cremonesi). Il primo segno di Pasqua è il sepolcro vuoto, il corpo assente. Nella storia umana manca un corpo per chiudere in pareggio il conto degli uccisi. Manca un corpo alla contabilità della morte, i suoi conti sono in perdita. Manca un corpo al bilancio della violenza, il suo bilancio è in deficit. Pasqua solleva la nostra terra, questo pianeta di tombe, verso un mondo nuovo, dove il male non vince, dove il carnefice non ha ragione della sua vittima in eterno, dove le piaghe della vita possono distillare guarigione. Pasqua: ‘Il buon profumo di Cristo è odore di vita per la vita’ ( 2 Cor 2,16).