
Una Quaresima per la Missione/1
Dal “RisVeglio Duemila” N. 8/2015
Cominciamo, con questo intervento, una nuova rubrica, Quaresima e Missione, che ci accompagnerà settimanalmente in questo periodo, liturgicamente definito come un tempo forte. Ci potremmo chiedere qual è il collegamento tra la missione e la quaresima. Esiste un collegamento? Certamente. Lo abbiamo ascoltato proprio nel vangelo del primo giorno di quaresima: infatti nel vangelo del mercoledì delle Ceneri, con il quale la Chiesa dà inizio solennemente a questo tempo, Gesù, parlando ai suoi discepoli, cioè a tutti noi, ci ha invitati a vivere in questo tempo l’elemosina, la preghiera, il digiuno. (Mt. 6,1-6.16-18).
Il collegamento tra la quaresima e la missione è in tutti e tre questi atteggiamenti che Gesù ci chiede di assumere, anche se la partenza è proprio con l’elemosina. Ma non fraintendetemi, non stiamo facendo una raccolta di soldi, anzi non parliamo proprio per niente di denaro. Perché se è vero che l’elemosina è considerata come un’offerta in denaro verso una persona bisognosa, non è questo il senso principale di questa parola. Infatti, il termine elemosina deriva dal greco eleèo (=ho compassione), da cui, attraverso l’aggettivo eléemon (=compassionevole) passò al latino eleemosyna per arrivare, infine, alla nostra parola, elemosina, appunto. In tutti questi passaggi non c’è ombra di riferimento al denaro, ma alla compassione, alla carità. E la prima carità che siamo chiamati a fare è quella di donare, di condividere la ricchezza della nostra fede cristiana.
Papa Francesco non perde occasione per ricordarcelo, come nel messaggio per la Quaresima di quest’anno quando scrive: «La Chiesa per sua natura è missionaria, non ripiegata su se stessa, ma mandata a tutti gli uomini. Questa missione è la paziente testimonianza di Colui che vuole portare al Padre tutta la realtà ed ogni uomo. La missione è ciò che l’amore non può tacere. La Chiesa segue Gesù Cristo sulla strada che la conduce ad ogni uomo, fino ai confini della terra (cfr At 1,8). Così possiamo vedere nel nostro prossimo il fratello e la sorella per i quali Cristo è morto ed è risorto. Quanto abbiamo ricevuto, lo abbiamo ricevuto anche per loro». (Messaggio di papa Francesco per la Quaresima 2015).
Allora fare l’elemosina significa annunciare Cristo, il dono più grande, perché è la mancanza di Cristo la povertà più grande. Per portare Cristo abbiamo bisogno però anche della preghiera e del digiuno, altrimenti non ci riusciamo. Fermiamoci quindi adesso solo a quanto detto finora, e ripetiamoci a vicenda: Buona quaresima missionaria.
Don Stefano Morini
Direttore CMD di Ravenna-Cervia