7 Marzo 2014

Una Quaresima per condividere coi poveri e invocare la pace

Una Quaresima per condividere coi poveri e invocare la pace
 
Dal ‘RisVeglio Duemila’  N. 9/2014
 
 
Abbiamo bisogno della Quaresima? Per un cristiano, superficiale, questo e’ un tempo fisso, che ritorna con i suoi colori violacei e un senso di tristezza. Ma la Quaresima è nata come preparazione immediata dei catecumeni alla pasqua, cioè alla festa più grande della nostra fede! Se potessimo in tutte le comunità cristiane accompagnare qualche convertito che si prepara al battesimo la notte di pasqua, ci accorgeremmo dai riti di avvicinamento e dai testi biblici, che la Quaresima e un tempo di attesa e di festa: la festa di tutti i battezzati e la festa della morte e risurrezione del Signore Gesù, strettamente legate.
 
Il tempo di Quaresima di questo anno in particolare con i vangeli delle tentazioni, della trasfigurazione, del cieco nato, della samaritana, della risurrezione di Lazzaro, lo possiamo vivere come una nuova immersione nel nostro battesimo, una riscoperta del suo valore: lì siamo diventati nuove creature, lì abbiamo acquisito una nuova identità e infatti ci è stato dato un nome cristiano, lì siamo stati inseriti nella nuova famiglia ecclesiale con un legame superiore a quello del sangue perché lo stesso Spirito di Dio si è unito al nostro spirito.
 
Ci chiediamo però: essere dei battezzati seri e attenti, cosa significa in questo momento ecclesiale e storico?
Da una parte Papa Francesco ci richiama ad riconsiderare il valore della povertà evangelica, che è una virtù, un dono, un atteggiamento di vita prima di tutto davanti a Dio poi anche davanti ai fratelli. Ma Papa Francesco non si ferma al giusto esercizio dell’umiltà davanti a Dio, ci chiede anche di essere poveri davanti ai fratelli.
Ciascuno di noi ha quindi da domandarsi: come userò  il tempo, le capacità, i doni di natura e di grazia, i beni materiali mobili o immobili in questa Quaresima? Potrò dire di essere povero davvero davanti a Dio creatore e padre se poi non voglio essere povero davanti al mondo e non riesco nemmeno a seguire quella via d’uscita che il vangelo propone al ricco: la condivisione, la solidarietà, la compassione concreta verso il debole, il povero, colui che non ha voce, chi è senza diritti perché nessuno lo difende… Con tutto quello che si ha: case, amicizie, competenze, conoscenze, soldi, facendo il possibile per il bene di chi ha pochi beni!
 
 La nostra Caritas diocesana e le Caritas parrocchiali si stanno muovendo concretamente in questa direzione e sono esperte e ben organizzate, con volontari davvero esemplari: non potremmo dare anche noi una mano, con tutto quello che sappiamo o possiamo fare e anche con i nostri beni? Non vorremmo che alla fine dei tempi il Signore ci trattasse come Epuloni indifferenti ai poveri Lazzari che giacevano alle loro porte!
 
Questa Quaresima e’ anche caratterizzata da episodi di violenza che sembrano sfuggire alla nostra possibilità di intervento.
 
Penso alle violenze contro i cristiani cattolici e protestanti in Nigeria, Sudan, ecc. in Siria, Cina, India, in estremo oriente.
 
Penso anche ai venti di guerra che si stanno concentrando sulla Ucraina, una nazione che ha subito tante oppressioni e ingiustizie, con mescolanze forzate di popoli, ricatti economici, una emigrazione forzata per la povertà da parte di tante donne – che sono le nostre badanti – venute soprattuto per sostenere le loro famiglie.
Questioni di potere sui territori, nazionalismi, materie prime e calcoli economici giocano tutti a favore di un conflitto armato. Dedichiamo la preghiera di questa Quaresima a questo obbiettivo: con l’aiuto di tutti i responsabili dei governi dell’Europa e del mondo, si possano trovare vie di conciliazione, accordi che possano andare incontro ai bisogni di tutte le parti in causa, compromessi che salvino le vite umane. Ogni cosa che possa impedire al demone della guerra di invadere i cuori sarà benvenuta: ma penso che anche di questo genere di demoni si possa dire che solo la preghiera unanime e concorde della Chiesa li può sconfiggere. Preghiamo dunque perché tutti i tipi di violenze ricordate siano spente e la pace ritorni, preghiamo lo Spirito di Dio che illumini anche i nostri fratelli ortodossi dell’Ucraina perché siano operatori di pace, il Signore della vita ci guidi tutti a convertirci e a vivere con pienezza la nostra vocazione battesimale, affinché il mondo creda!
 
 
+Lorenzo, Arcivescovo