14 Marzo 2013

Ultimo incontro al Cafè Teologico: Il genere sessuale è una scelta?

 

Ultimo incontro al Cafè Teologico: Il genere sessuale è una scelta?
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 10/2013
 
Venerdì 8 marzo si è tenuto l’ultimo incontro del Cafè Teologico di quest’anno, una proposta della realtà Sentinelle del Mattino promulgata dalla Pastorale Giovanile Diocesana. Il tema, di grandissima attualità -Il genere sessuale è una scelta?-, è stato trattato dallo psicologo e psicoterapeuta Roberto Marchesini, collaboratore del Timone, che si è avvalso di rappresentazioni pittoriche per aiutarci ad entrare nel vivo della questione.
Quello che siamo è immutabile, o è effetto della cultura che plasma il nostro essere? Aristotele molti secoli prima della nascita di Cristo affermava che tutte le cose in natura sono o in potenza, cioè passibili di cambiamento, o in atto, ovvero già realizzate, e che la natura guida lo sviluppo di ogni elemento, dalla potenza all’atto. Possiamo dunque inscrivere anche il sesso e il genere in queste due categorie, tenendo presente che il sesso è segnato fin dal momento del concepimento, mentre il genere – termine utilizzato a partire dagli anni Cinquanta, che definisce tutte le parti della sessualità che non sono biologiche – comprende quegli elementi che si sviluppano in seguito, a contatto col mondo esterno, dunque con la cultura. Diventare uomo o donna è l’atto, il progetto di ciascun essere umano, ma non è detto che tutti lo diventino, così come una pianta dà frutto solo se le condizioni esterne lo consentono: troppa pioggia o troppo sole o i parassiti possono uccidere la pianta. Non è del tutto vero, però, che l’ambiente corrompe la natura dell’uomo, come affermava Rousseau nel Settecento. Ce lo dimostra l’esperimento condotto da Federico II di Svevia nelXII secolo: volendo scoprire quale sia il linguaggio originario degli esseri umani, ordinòdi nutrire e accudire in un luogo sicuro un gruppo di bambini appena nati, vietando a chiunque li accudisse di parlare loro: nel giro di poche settimane morirono tutti quanti. Se l’ambiente può ostacolare lo sviluppo della natura umana, allo stesso tempo ne è la condizione necessaria.
Tutti noi nasciamo con una natura in potenza che va resa attuale; l’ambiente in cui cresciamo, prima di essere d’ostacolo, ci aiuta in questo: i primi mesi e anni di vita di un essere umano sono perciò, senza dubbio, i più importanti per lo sviluppo della persona. Non è possibile vivere senza relazionarci con gli altri esseri umani, che fin da subito ci fanno da specchio, mostrandoci le nostre peculiarità; se però questi specchi, nei primi anni di vita, sono stati deformanti, soprattutto sul versante familiare, corriamo il rischio di farci un’idea completamente sbagliata della nostra essenza. Le relazioni non sono mai univoche e per questo ci dicono qualcosa di noi, oltre che di quelli con cui entriamo in contatto.
Un esempio concreto della follia insita nell’idea che ci possa essere separazione tra sesso e genere è la storia di BruceReimer, un bambino canadese nato negli anni Sessanta, a cui durante una normale operazione di circoncisione fu cauterizzato in modo irrimediabile il pene. I genitori, disperati, si rivolsero allo psicologo John Money, che in quegli anni eseguiva studi sull’identità di genere. Il piccolo aveva un gemello, Brian, che non aveva subito danni durante la circoncisione, e rappresentava perciò un caso perfetto di studio clinico. Bruce divenne Brenda, subì diverse operazioni chirurgiche e fu educato come una bambina, ma non riuscì mai ad adattarsi al suo nuovo genere sessuale, sebbene inconsapevole di essere nato maschio. A scuola entrambi i gemelli presentarono problemi comportamentali e in breve tempo la famiglia dovette fronteggiare le difficoltà dei figli, che si aggravarono durante il periodo della pubertà. Quando Bruce/Brenda seppe di essere nato maschio, affermò di averlo sempre saputo,decise di diventare uomo, assunse un altro nome – David – e si sposò, ma gli esperimenti subiti da bambini avevano segnato per sempre i due gemelli, che morirono suicidi a pochi anni di distanza, dopo anni di depressione e instabilità economica e affettiva.
Questa drammatica storia, documentata da molti studi, ci mostra come non sia possibile separare il sesso dal genere sessuale, la materia dalla forma: carne e anima sono indissolubili e sono gli elementi che rendono l’uomo un uomo e la donna una donna.
Caterina Gemelli