Ufficio Missionario: Chiamati alla testimonianza
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 8/2013        
Il Concilio Vaticano II ha detto chiaramente che la Chiesa è per sua natura missionaria (Ad Gentes 2), Benedetto XVI ha ripetuto, recentemente, che la Chiesa esiste per evangelizzare (Evangelii Nuntiandi14), ma dov’è oggi questa ansia evangelizzatrice, questo entusiasmo di far conoscere Gesù Cristo e il suo Vangelo, questa spinta missionaria che dovrebbe caratterizzare ogni uomo e donna che si dice cristiano? La nostra società è diventata pluralistica e secolaristica. Non c’è più spazio per Dio in questo mondo. Cosa ci è successo? Non dovremmo cercare le cause di tutto questo solo e in primo luogo negli altri. Noi cristiani siamo diventati deboli, noi stessi siamo il problema. Le nostre scelte non sono sempre guidate da criteri evangelici, i nostri stili di vita non si differenziano dagli stereotipi imposti da questa società post moderna. Eppure Gesù lo aveva detto chiaramente: ‘Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia’ (Gv 15. 9). Siamo ormai giunti nella fase finale di una Chiesa di stampo costantiniano, siamo dunque chiamati a ripartire di nuovo e per far questo è necessario guardare alla Chiesa delle origini, alla centralità di Gesù Cristo e del suo Vangelo, per divenire innanzitutto una Chiesa evangelizzata, per poi essere una Chiesa evangelizzante. Il discepolato e la missione sono le due facce di una stessa medaglia. Ma questa è principalmente una sfida spirituale. Per essere una Chiesa missionaria abbiamo bisogno di persone con il cuore aperto a Gesù Cristo e la mente illuminata dalla luce della Parola di Dio, per poter con il cuore commuovere il cuore degli altri e con la mente parlare alla mente degli altri. Dio anche oggi lo si può incontrare solo attraverso persone innamorate di Gesù Cristo e conquistate da Lui. Non possiamo diventare pescatori di uomini se non siamo disposti a lasciarci prima ‘pescare’ da Gesù Cristo. Una Chiesa missionaria non è frutto soltanto di strategie pastorali: siamo noi stessi, uomini e donne cristiani che, vivendo con gioia, con entusiasmo e in modo credibile la nostra fede, possiamo dare al Vangelo un volto personale, vero e vissuto. E’quello che ci ricorda anche Benedetto XVI quando dice che ‘l’essere cristiano non è una specie di abito da vestire in privato o in particolari occasioni, ma è qualcosa di vivo e totalizzante’.
Il Dio di Gesù Cristo ci faccia capire che nella vita nulla è più importante che parlare di Gesù e farlo conoscere a tutti gli uomini.
Don Stefano Morini – Direttore del Centro Missionario Diocesano
