Uffici pastorali, si cambia
Dal “RisVeglio Duemila” N. 33/2017
Guardare la terra dallo spazio. Guardare la diocesi da un’altra prospettiva. È l’esperimento che ha proposto agli uffici la cooperativa Creativ all’inizio di un nuovo anno di formazione/conversione per rendere la pastorale più missionaria avviato l’anno scorso.
Venerdì 8 settembre, in via Canneti, ad accogliere direttori e i principali collaboratori di quasi tutti gli uffici pastorali (convocati per una riunione di inizio anno) è stato un breve video nel quale astronauti coinvolti nella missione Apollo 8 verso la luna raccontavano dello stupore che li ha colti guardando, invece, la terra, da una prospettiva difficile di immaginare fino a qualche anno prima”.
Anche la nostra è una missione – ha spiegato Fabrizio Carletti di Creativ– e consiste proprio nel muoverci e far muovere la diocesi verso una dimensione in uscita, che dà senso al nostro essere chiesa. Se guardiamo alle stelle rischiamo di dar troppo per scontato la terra”. La sfida è appunto “ripensare al nostro essere chiesa locale”. Come? Guardando in maniera nuova la “nostra terra”, che è appunto la pastorale, in una prospettiva di complessità, in evoluzione. Questo è l’obiettivo non tanto del prossimo anno pastorale, come ha spiegato Carletti, ma del futuro più prossimo. In cosa consiste in concreto il percorso che proseguirà quest’anno? Già l’anno scorso si è cercato di avviare cambiamenti nel nostro modo di progettare la pastorale (per renderla sempre più “in uscita”), a partire da una riflessione collettiva degli uffici sull’identità e sulla missione della diocesi stessa. Gli uffici hanno avviato 4 progetti sperimentali per i quali hanno collaborato tra noi. Quest’anno la collaborazione dovrebbe stringersi ulteriormente.
Si lavorerà per aree pastorali, tre per la precisione, per proporre progetti o strumenti per realizzare una pastorale più missionaria. Ognuna delle aree potrà contare su una segreteria che avrà il compito di facilitare questo processo. Ci sarà quindi un coordinamento per l’area “Evangelizzazione ed educazione”, che comprenderà gli uffici: Catechesi e Apostolato Biblico, Pastorale Giovanile, Famiglia, Liturgia, Scuola, Vocazioni; un’altra per l’area “Carità e sociale”, con gli uffici Caritas, Pastorale Sociale e del Lavoro, Missioni, Migrantes, Pastorale della Salute; e infine un coordinamento per l’area Cultura/Comunicazioni, con l’Ufficio Comunicazioni Sociali, Ecumenismo e Dialogo Interreligioso, Cultura, Pellegrinaggi ed anche il gruppo diocesano di Ricerche e di Informazioni socio-religiose e la scuola di Formazione Teologica. Ci si ritroverà varie volte durante l’anno per monitorare e alimentare quest’incubatore: i suoi componenti dovranno riflettere e ragionare sugli obiettivi della singola area, facilitare la collaborazione tra uffici, attivare figure di collegamento con il territorio, con un percorso, un progetto di riorganizzazione del lavoro e infine un’azione concreta da mettere in campo. “Perché l’esperimento riesca – ha spiegato Carletti – occorre percepire che i cambiamenti che cerchiamo per la nostra chiesa sono urgenti, costruire un team, comunicare una visione condivisa, non mollare (gli errori sono uno dei mezzi per migliorare) e lavorare per far attecchire l’esperimento”. Buon lavoro a noi.
Daniela Verlicchi