Terremoto in Centro Italia. Colletta straordinaria domenica 18 settembre
Dal “RisVeglio Duemila” N. 33/2016
Monumenti “solidali”
In tutte le parrocchie della diocesi, come in quelle d’Italia, domenica 18 settembre si raccoglieranno fondi per le zone colpite dal terremoto del 24 agosto scorso. “C’è un tempo per rialzarsi”, è il titolo della colletta nazionale lanciata dalla Caritas, all’indomani del sisma. Una proposta lanciata all’indomani del sisma dalla presidenza della Cei in concomitanza con il 26esimo Congresso Eucaristico Nazionale. “Un segno concreto – ha spiegato il direttore nazionale della Caritas Francesco Soddu – di comunione e di vicinanza delle Chiese che sono in Italia a quanti sono stati colpiti da questa tragedia”. La diocesi ha risposto all’appello, rilanciandolo: oltre alle offerte che verranno raccolte nelle chiese al momento dell’offertorio, l’Opera di Religione (che gestisce cinque monumenti Unesco della città) devolverà l’intero incasso derivante dai biglietti venduti durante la giornata ai progetti della Caritas nelle zone colpite dal sisma. Un altro modo per valorizzare i monumenti e “donarli” alla comunità.
Come già avviene per la maggior parte degli introiti del circuito gestito dall’Opera, utilizzati, oltre che per mantenere i monumenti stessi, per finalità pastorali, per le necessità della Caritas e delle parrocchie. Un gesto, quindi, che permette di guardare in modo diverso al patrimonio che la diocesi, attraverso l’Opera di Religione, gestisce. Un po’ come le immagini di questa pagina, tratte dalla passeggiata fotografica per instagrammer (l’applicazione social che permette di mettere in comune le proprie foto) nell’ambito del concorso “Wiki Love Monuments” che si è svolta domenica 11 settembre (in collaborazione con l’Ufficio del Turismo e RavennaAntica), gettano uno sguardo nuovo sui monumenti che rendono famosa la nostra città. “L’idea nasce da una proposta simile già attuata dai musei nazionali – spiega l’arcivescovo Lorenzo – noi l’abbiamo estesa a tutte le nostre basiliche e cappelle che sono per noi chiese aperte al culto a tutti gli effetti, anche se con tempi ridotti per venire incontro ai tanti visitatori che vogliono nutrire lo spirito vedendo come fede e bellezza, arte e teologia si fondono nei mosaici e nelle architetture sacre.”
“Dell’esperienza a Montegallo mi è rimasta impressa la consapevolezza degli abitanti di aver perso tutto, ma anche la loro forza e la capacità di non perdersi d’animo. Fra di loro è nata una solidarietà straordinaria”. Gianluigi Fisagli, volontario dell’Rc Mistral è appena rientrato dopo una settimana trascorso nei luoghi del sisma, assieme a un gruppo di quindici persone formato da membri appartenenti alle associazioni di volontariato della Protezione civile. “Ci sono stati tre giorni di pioggia e per la gente era difficile dover dormire in tenda. Ma non si sono persi d’animo. Io mi occupavo della segreteria per organizzare le richieste provenienti dalla popolazione, ma ho cercato, assieme agli altri miei compagni, di dare anche una parola di conforto. Quando siamo partiti per il ritorno, è stato uno dei momenti più toccanti, non la finivano di ringraziarci”. “Non dimentichiamoci. Teniamo il cuore caldo, anche quando i riflettori si saranno spenti”, è l’appello di Flavia Sansoni, che dell’Rc Mistral è segretaria e socia fondatrice. E a proposito del terremoto del 24 agosto scorso, sottolinea la tempestiva mobilitazione della Protezione civile nazionale, intervenuta per affrontare l’emergenza. “Da Bologna, la mattina del 24, su richiesta del Dipartimento nazionale della Protezione civile – spiega la Sansoni – è partita immediatamente una colonna mobile, formata da esperti, volontari, attrezzature, strutture da allestire.
Alla nostra Regione, è stato assegnato il campo base di Montegallo, che ospita 200 sfollati: i volontari del gruppo di Ravenna lo gestiscono, si occupano delle pulizie e di cucinare, svolgono attività di segreteria per coordinare meglio gli interventi”. La fase di emergenza non è ancora passata. Continuano ad esserci delle scosse. “Il campo di accoglienza è una soluzione temporanea, ci si sta già adoperando per sistemare i terremotati in alberghi, mentre per la distribuzione del materiale raccolto, il cibo e il vestiario donati sono stati più che sufficienti. Abbiamo scorte di entrambi, oltre a giocattoli e libri che saranno utilizzati più avanti. Il terremoto è imprevedibile, sia chiaro. Ma il Dipartimento mette a diposizione un mappa delle zone a rischio ed esistono i piani di protezione civile comunali, come stabilisce la legge 225, ma molti comuni ne sono privi. Il piano stabilisce i criteri con cui costruire un edificio o un’abitazione in un determinato territorio e mette al corrente il cittadino dei rischi presenti nella zona in cui abita. Ravenna ne ha 10, ad esempio, ed è positivo che ci sia questa attenzione da parte delle istituzioni, mentre la cittadinanza continua ad essere poco informata: occorrerebbe una maggiore sensibilizzazione, perché quando le luci dei media si spengono l’interesse delle persone si affievolisce”.
Daniela Verlicchi, Anna Cavallo