14 Marzo 2013

Scheda sul Conclave

 

Scheda sul Conclave
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 10/2013
 
Il Priore Enzo Bianchi scriveva su ‘La Stampa’ di sabato 9 marzo ‘Lontano e vicino ‘ Gente di Pasqua verso il Conclave’. E domenica seguente, Quarta di Quaresima, Dominica Laetare, venivano le sue parole sotto il titolo Cercando un modo nuovo di vivere la Chiesa. Sono parole della comprensione di fede. Come storia, nel linguaggio ecclesiastico, conclave indica due cose, il luogo ove si riuniscono i cardinali in una specie di clausura (da chiusura a chiave) e segregazione per procedere all’elezione del nuovo sommo pontefice. Ma indica anche, in un secondo luogo, la stessa unione o assemblea dei cardinali stessi.
Negli studi storici il conclave, i conclavi, sono anche l’insieme di eventi e documenti di ogni elezione di papa, partendo da questo dato più comune: elezione del papa in quanto vescovo di Roma, quindi anche primate e Patriarca dell’Occidente e Sommo Pontefice della Chiesa Universale. Tale vocabolo di conclave appare per la prima volta nella costituzione apostolica Ubi periculum di Gregorio X (1272-1276) del luglio 1274. Già Niccolò II nel 1059 aveva riservato l’elezione del papa ai soli cardinali e vescovi e Alessandro III (1159-1181) nel 1179 riconobbe solo il Sacro Collegio dei cardinali idoneo a nominare i papi, fissando la maggioranza necessaria nei due terzi dei voti. Nella storia della Chiesa, quindi, i conclavi, oltre a molteplicità di forme, rappresentano, con le riserve, una evidente storicità complessa della vita della Chiesa stessa anche perché di fatto e di diritto si tratta sempre di elezioni che esprimono la libertas Ecclesiae in toto che tale Libertas dovrebbero ribadire. Appartiene a questa Libertas quella perfettibilità che dal passato è promessa per il futuro: nessun conclave è l’esatta ripetizione degli altri, e la sua intrinseca instabilità fa parte della sua possibile estinzione. Più solido fundamentum si crede nel Collegium episcopale.
La Chiesa di oggi, proprio a pochi giorni della decisione di papa Benedetto XVI, e con la sua sacrosanta ispirazione e preghiera, attende il suo successore che potrebbe essere noto quando il nostro settimanale cattolico sarà nelle mani dei lettori. Lettori che dovranno soprattutto pregare per la loro Chiesa considerando, senza umano orgoglio, che essa resta non solo l’istituzione più organica, più solida, più venerabile di tutta la storia dell’Occidente, ma la concreta, visibile, palpabile organizzazione planetaria dell’umana civiltà, nella produzione di impareggiabile patrimonio di beni culturali. E’ questa Chiesa del presente Conclave che può rammaricarsi che le altre religioni planetarie siano in arretrato per rapporto allo sviluppo della coincidenza di giustizia libertà e beni culturali. Le primavere arabe, ad esempio, continuano a sprigionare Repubbliche, Stati, Provincie imperiali, magari solo del petrolio e del denaro, che, in mancanza di pure un organismo di governance centralizzata sono in costante stato di turbolenza e conflittualità. Le organizzazioni mondiali che si ispirano alle Nazioni Unite non possono nutrire rispetto indistintamente per tutte le aree umane in Asia e in Africa soprattutto là dove il terrorismo di matrice islamica è violento contro i cristiani di tutte le forme di cristianesimo.
Un papa asiatico, (Giovanni Paolo II fece scrivere Siamo Asiatici), o un papa africano sono nell’ordine storico: la Chiesa ha avuto molti papi asiatici a partire da S. Pietro e Aniceto e molti papi africani a partire da Vittore I (186-201) e Melziade (311-314. Perché l’ordine sacro, bene studiato dal Vaticano II che perfeziona il Tridentino oltre che il Vaticano I, contempla diaconato, presbiterato, episcopato; non c’è un capitolo sul cardinalato. Non c’è un capitolo sul patriarcato in quanto tale. E’ il papato che da San Pietro ad oggi deve essere compreso come l’istituto principale e fondamentale della cristianità storica. Per questo motivo il Conclave, nella sua storia ricchissima di vicende, eventi, mutamenti rimane un istituto canonico di grande importanza relativa.
La parola Conclave che non compare nell’indice analitico dell’edizione italiana del Codice di Diritto Canonico, testo ufficiale e versione italiana, con Presentazione dell’allora Don Tarcisio Bertone (1983) ora Card. Segretario di Stato, non è presente nella serie dei Canoni sui Cardinali (Can. 349-359). Come i nostri lettori avranno osservato, anche dalle informazioni della stampa cattolica, il Conclave è andato soggetto a mirate numerose modifiche di adattamenti lungo lunghi secoli di storia. Si possono suggerire due sussidii librari: la voce Conclave della Enciclopedia Cattolica (vol. IV, Coll. 176-183), e la voce Papa nella Piccola Enciclopedia Treccani (vol. VIII, pp. 768-770). La Piccola Treccani fornisce anche, in elenco, dichiaratamente ripreso dall’Annuario Pontificio, il nome dei Papi e datazioni da S. Pietro ai giorni nostri. Si tratta di un elenco autorevole perché come doverosamente avverte l’Annuario Pontificio stesso (2012, p.7) è ‘Secondo la cronotassi del «Liber Pontificalis» e delle sue fonti, continuata fino al presente’. Questo elenco (cronotassi) non offre, come altre pubblicazioni fanno tentativamente il numero dei Papi. Meglio attenersi ai manuali di Storia della Chiesa prodotti dalle Università Pontificie a Cattoliche. In italiano sono da raccomandare anche i tre grossi volumi di Enciclopedia dei Papi della Enciclopedia Treccani, perché per la elezione dei papi, dove possibile, sono offerte informazioni storiche sui molteplici Conclavi.
Don Giovanni Montanari – Presidente Archivio Arciv. Ravenna