Sana discussione
Dal “RisVeglio Duemila” N. 30/2017
Alla fine, si è parlato di famiglia in consiglio comunale. Si è trattato di 20 minuti. Intensi, però: c’è stato il tempo di tratteggiare la situazione nella sua drammaticità.
D’altra parte, i numeri parlano chiaro: -30% di nascite in 7 anni.
Dati che hanno indotto il sindaco durante la risposta a un’interrogazione (ne parliamo a pagina 3) ad annunciare, come era stato proposto da tempo dalla Pastorale Sociale e anticipato da questo giornale, la costituzione di un tavolo sulla natalità per settembre. E speriamo che questa sia davvero la volta buona. Speriamo che i commenti, tra il sarcastico e il superficiale fioccati in rete e non solo su quel “pericolo estinzione” al quale ha fatto riferimento de Pascale, siano solo una parte della realtà.
Perché il tema è serio: e a dimostrarlo non ci sono solo i numeri che ha dato de Pascale ma anche l’ultimo dossier della Caritas che individua proprio nelle famiglie e nei minori le categorie che più stanno subendo la crisi. Ma, senza andare sotto la soglia della povertà, ci sono tante e tante famiglie “normali” che possono testimoniare quanto i figli, pur voluti, oggi rischiano di diventare un “lusso” . È su questo che occorre lavorare.
È con questo obiettivo che la diocesi ha lanciato questa proposta. L’idea non è aiutare solo le famiglie “cattoliche” o solo quelle numerose ma tutte, che siano sposate in Chiesa o in Comune, perché il calo demografico riguarda tutti, cristiani e non.
Le soluzioni non sono semplici. Sempre a pagina tre cerchiamo di raccontare come hanno fatto altre amministrazioni, altrove. Magari non tutte sono soluzioni praticabili o adattabili al nostro territorio, ma certamente sono spunti per la riflessione. Perché la “palla” ora passa, appunto, al tavolo sulla natalità che, in base a quel che ha dichiarato a Risveglio alcune settimane fa de Pascale, coinvolgerà, giustamente, prima di tutto la società civile. La diocesi manderà famiglie, perché sono le prime a poter dire cosa serve alle famiglie. E, soprattutto, questo approccio, oltre a concentrarsi sulle proposte, ha il vantaggio di sfilare il dibattito da logiche di partito. Sanno molto di calcolo politico certi commenti sul web. Un calcolo, francamente, non troppo intelligente. Perché come si diceva il tema tocca tutti ed è un’occasione per ripensare alle politiche sociali non solo in termini assistenziali e individualistici ma mettendo al centro la famiglia e la sussidiarietà. Il cambiamento, si sa, è complesso per natura. A Ravenna forse anche di più. Il tavolo ha l’obiettivo di proporre idee e progetti, a partire da chi ha competenze da spendere in materia, idee che poi la politica potrà e dovrà discutere. E tra essi, al di là della “primogenitura” dell’iniziativa, non può che esserci la diocesi, che accompagna 100 coppie l’anno al matrimonio religioso, che è accanto ai giovani e ai loro percorsi vocazionali sin dall’adolescenza, nelle parrocchie, che si occupa di proteggere la vita nascente in varie sfaccettature e attraverso varie realtà del territorio. Perché non è solo questione di lavoro e welfare, come ha spiegato monsignor Ghizzoni nell’omelia di S. Apollinare.
Ed è per questo che al tavolo la diocesi ci sarà e si sta già preparando per fare la sua parte.
Con buona pace di quelli che si irritano quando la Chiesa “si impiccia” di questioni civili. Perché fino a prova contraria, i cattolici (esattamente come i sacerdoti e i vescovi) sono cittadini come tutti gli altri. E in questo caso, hanno anche competenze da spendere.
Daniela Verlicchi