S. Messa prenatalizia alla Polimeri Europa
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 45/2011
Mercoledì 14 dicembre la S. Messa alla Polimeri Europa
In attesa del Dio Bambino
Mercoledì 14 dicembre alle ore 16 il nostro Arcivescovo, Mons. Giuseppe Verucchi, celebrerà la S. Messa prenatalizia nella sala Mattei dello stabilimento Polimeri Europa di Ravenna.
‘Quest’anno ci sarà il Natale?’ Questa l’introduzione del messaggio natalizio di Don Matteo Solaroli, già Direttore dell’Opera di Santa Teresa, che ho con commozione riletto sull’Amico degli Infermi comparso nel periodo natalizio del dicembre 1995. Mi è servito per meditare la venuta del Dio Bambino in questo mondo da Lui voluto come anticamera del Cielo e da noi deturpato e imbrattato. Ma il Natale c’è, perché il Bimbo Gesù scende sulle nostre povertà e le trasforma in ricchezza. E’ nato sulla paglia quando poteva, Lui padrone del mondo, scendere tra onori e gloria. Si è nascosto agli occhi dei grandi, ma si è rivelato ai poveri e con loro ha dialogato. E’ il Natale di quanti stanno sulla linea del fronte per trasmettere quel messaggio di pace tra gli uomini, vivere la carità propria del Bimbo Redentore immolato sulla Croce della salvezza. E’ venuto tra noi, ma noi non l’abbiamo accolto. E’ il caso di guardare intorno per scoprire la verità dell’Evangelista Giovanni. Quando Giovanni Paolo II salì sulla Collina delle Croci in quell’est europeo, allora martoriato dall’anticristo, è come fosse salito sulla più alta vetta della cecità umana: una costellazione di croci che dalla collina scende sui sentieri della terra. E’ vero, come diceva Don Matteo, se non nasceremo a novella vita, invano è stata la venuta del Messia. E faremo la scoperta che i ‘poveri’ li abbiamo con noi in ogni momento della vita e con loro dobbiamo camminare verso quella Collina costellata di Croci per trasformarla in luogo di espiazione nella carità. Leggendo, ho pensato alla Chiesa che il Bimbo Redentore ha voluto prima di ascendere presso il Padre suo e ho pensato a tante cose. Tra le tante, il bisogno di vocazioni alla vita consacrata. Abbiamo bisogno di altri sacerdoti che siano l’espressione evangelica del samaritano, di altre religiose che nella differenziazione della vita missionaria diventino l’emblema della Madre che ha generato il Salvatore, di tanti volontari che sappiano tradurre il messaggio in vita pratica. Ho pensato ai miei parroci da bambino e da giovane dai quali ho potuto capire la necessità di fare qualcosa per gli altri e nel pensare a loro mi è venuta la visione coloro che hanno rinunciato al loro ministero sacerdotale per seguire altre strade. Proprio per loro ho pregato davanti alla culla del Dio Bambino, perché tornino e si uniscano alla moltitudine di poveri che sono in cammino verso la Collina delle Croci. In questa considerazione e preghiera mi sono poi chiesto: ‘Ho io il diritto di chiedere questo?’ E, il mio pensiero è andato al fonte battesimale ove sono diventato cristiano e figlio di Dio, alla mia Prima Comunione ove il sacerdote mi ha consegnato Gesù Eucaristico, al confessionale per la Riconciliazione. Allora il dubbio si è dissolto e la mia preghiera è diventata vera. Chiudendo questa mia riflessione, la mia mente va all’Opera: i poveri di Santa Teresa. Insieme a tutti i poveri della nostra Ravenna hanno bisogno di noi, di tanto amore nella presenza fattiva e costruttiva, nella donazione anche del nostro tempo, ma hanno soprattutto bisogno di anime generose sino alla consacrazione totale.
Costanzo Basaglia