Risveglio Duemila da Papa Francesco
Dal “RisVeglio Duemila” N. 47/2017
Il nostro lavoro benedetto da Papa Francesco. E’stato davvero emozionante partecipare all’udienza il Santo Padre organizzata nel 50esimo anniversario di fondazione della Fisc, Federazione settimanali cattolici, assieme all’Uspi (Unione stampa periodica italiana), sabato 16 dicembre alla sala Clementina in Vaticano. Non solo perché ognuno dei partecipanti ha avuto l’occasione di salutare personalmente il Papa, ma soprattutto perché nelle parole che ha rivolto a tutti e nei brevi momenti di colloquio personale con chi rappresentava il nostro settimanale ha incoraggiato e benedetto il nostro lavoro quotidiano. Una benedizione che, attraverso queste pagine, vogliamo idealmente estendere a tutti i nostri lettori e a chi è vicino a Risveglio. “Voi avete un compito, o meglio una missione, tra le più importanti nel mondo di oggi – ha spiegato papa Francesco in udienza –: quella di informare correttamente, di offrire a tutti una versione dei fatti il più possibile aderente alla realtà”. “La vostra voce, libera e responsabile – ha detto il Papa –, è fondamentale per la crescita di qualunque società che voglia dirsi democratica, perché sia assicurato il continuo scambio delle idee e un proficuo dibattito basato su dati reali e correttamente riportati”.Un’informazione affidabile, ha chiesto ai presenti, “con dati e notizie verificati, che non punti a stupire e a emozionare, ma piuttosto si prefigga di far crescere nei lettori un sano senso critico, che permetta loro di farsi adeguate domande e raggiungere conclusioni motivate”. La media e piccola editoria da questo punto di vista, ragiona papa Francesco, “è geneticamente più legata alla sua base territoriale di riferimento, più prossima alla vita quotidiana delle comunità, più ancorata ai fatti nella loro essenzialità e concretezza”. Si tratta di un giornalismo “strettamente connesso alle dinamiche locali, ha detto il Papa, alle problematiche che nascono dal lavoro delle varie categorie, agli interessi e alle sensibilità delle realtà intermedie, che non trovano facilmente canali per potersi adeguatamente esprimere”. Ci piace pensare, proseguendo il suo ragionamento, che riconosca a questo giornalismo la capacità di “dare voce a chi non ha voce”. Ma soprattutto Francesco ha parlato di utili strumenti di evangelizzazione, uno spazio nel quale le varie componenti della vita ecclesiale possono esprimersi e dialogare tra loro “Lavorare nel settimanale diocesano significa ‘sentire’ in modo particolare con la Chiesa locale, vivere la prossimità alla gente della città e dei paesi, e soprattutto leggere gli avvenimenti alla luce del Vangelo e del magistero della Chiesa”: è il concetto forse più forte che il Pontefice ha voluto lasciare a chi si lavora e si impegna nell’informazione diocesana. “I settimanali diocesani, integrati con le nuove forme di comunicazione digitale, rimangono pertanto strumenti preziosi ed efficaci, che necessitano di un rinnovato impegno da parte dei Pastori e dell’intera comunità cristiana e della benevola attenzione dei pubblici poteri”. Perché la società, ha proseguito il Pontefice ha bisogno di un diritto all’informazione che tuteli la dignità di ogni singola persona umana coinvolta nel processo informativo e che non cada il quelli che ha definito “i due grandi ‘peccati della comunicazione’: la disinformazione, “cioè dire soltanto una parte” o la diffamazione: “peccati gravissimi, che danneggiano il cuore del giornalista e danneggiano la gente”. Infine l’augurio a “continuare con impegno e fiducia il vostro lavoro” e alle istituzioni a “fare il possibile perché la media e piccola editoria possa svolgere il suo insostituibile compito, a presidio di un autentico pluralismo e dando voce alla ricchezza delle diverse comunità locali e dei loro territori”.
Daniela Verlicchi
Risveglio Duemila da Papa Francesco
