Risorgimento da Riscrivere…
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 10/2011
La verità.
Solo la verità e la limpida onestà intellettuale della rettitudine e della probità.
Lo scorso giovedì 3 marzo, in una sera fredda che invitava a rimanere a casa piuttosto che ad uscire per ascoltare un convegno che parlava di storia, la sala piena del cinema Corso ha testimoniato l’interesse di tanti ravennati verso iniziative culturali e di impegno organizzate bene e con serietà.
La conferenza ‘Risorgimento da riscrivere’, promossa dalla Scuola di Formazione Teologica ‘San Pier Crisologo’ dell’ Arcidiocesi di Ravenna-Cervia che per l’occasione ha invitato nel ruolo di conferenziere la Dott.ssa Angela Pellicciari, storica e competente ricercatrice di Storia Ecclesiastica, è stata impreziosita dalla partecipazione di Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Verucchi, Arcivescovo della Diocesi di Ravenna-Cervia.
‘Risorgimento da riscrivere’ è il titolo del saggio della prof.ssa Pellicciari, che recentemente ha suscitato notevole interesse e acceso un importante dibattito sulla delicata questione della discriminazione dei cattolici e della Chiesa nel processo di unificazione dello Stato Italiano.
Angela Pellicciari ha esposto in maniera molto chiara e appassionata fatti storici ben documentati, cercando di utilizzare il rigore del ricercatore per smentire le tesi che tutti conoscono sul risorgimento eroico, popolare e laico.
L’analisi dei rapporti ufficiali del parlamento subalpino, la attenta verifica delle corrispondenze e della documentazione ufficiale ha permesso alla storica di Fabriano di analizzare i fatti che portarono alla unità d’Italia con l’occhio critico del cattolico impegnato che non ha paura di esporre un’altra verità.
Una verità scomoda per chi ascolta, ma utile da conoscere per inquadrare i fatti nella reale obiettività della storia. La professoressa Pellicciari ha inteso dimostrare, dati alla mano, che furono le elites piemontesi e sabaude, con l’aiuto della massoneria, a imporre agli italiani uno stato che di ‘liberale’ aveva solo il nome.
Nomen omen lo stato liberale, quello del ‘libera chiesa in libero stato’ vincolava la libertà di espressione e di stampa, e costringeva i cattolici, oltre che alla spoliazione di tutti i beni, a una censura della espressione di culto e di ministero.
Angela Pellicciari ha illuminato pagine oscure della nostra storia, dicendo sostanzialmente che l’unica vera testimonianza devono essere i fatti, e non il modo di raccontarli: nel dibattito con la platea ha chiarito che l’insegnamento della storia è stato (colpevolmente?) reticente e in qualche caso mistificato per giustificare scelte ben precise che certamente non avevano nessun interesse a raccontare le persecuzioni nei confronti dei cattolici e della libertà di culto all’alba della Unità d’Italia. Interessante, perché non si tratta di un sofismo o di una curiosità per studiosi ma un punto centrale della nostra attualità, è la tesi secondo cui se è vero che lo Stato Italiano è stato unificato per volontà della monarchia piemontese, sicuramente la matrice culturale e identitaria comune degli italiani si era formata secoli prima grazie al ruolo della Chiesa.
Angela Pellicciari per dimostrare questa tesi si è limitata ad elencare cifre che mostrano come gli aventi diritto al voto al primo parlamento nazionale, quindi coloro che potevano eleggere i deputati chiamati a rappresentare 30 milioni di italiani, fossero circa centomila a fronte di masse contadine senza volto né voce che avevano nella fede cattolica l’unico punto di riferimento.
Il senso di ‘Risorgimento da riscrivere’ consiste nella necessità di rileggere la storia con occhi aperti e coraggiosi, diversi, a valutare con attenzione le conseguenze di scelte scellerate compiute a volte in nome della superiore ‘ragion di stato’, a volte in nome di una morale usata in maniera strumentale e arbitraria da parte della classe politica sabauda.
L’invito a non credere a priori a tutto quello che ci viene detto, ma a filtrare con la ragione, il buon senso e la rettitudine d’animo è stato sottolineato anche da Mons. Giuseppe Verucchi, a chiusura di una serata densa di significato per contenuto e per gli spunti di riflessione che ha offerto per valutare obiettivamente non solo la storia ma anche la nostra attualità.
Massimiliano Garavini e Don Giovanni Desio
ARTICOLI CORRELATI:
Risorgimento da Riscrivere ?
Video di Ravenna WebTv