19 Luglio 2012

Portae Fidei. Matera 2012

Portae Fidei. Matera 2012
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 28/2012
 
Dal 4 all’8 luglio si è riflettuto a Matera su Bibbia, arte e mezzi di comunicazione come porte della fede in ambito catechistico e pastorale
 
Ci prepariamo ad addentrarci nell’Anno della Fede e l’Ufficio Catechistico Nazionale nel Settore Apostolato Biblico e l’Ufficio delle Comunicazioni Sociali hanno organizzato a Matera cinque giornate di riflessione e laboratori che hanno visto partecipi gente impegnata nella chiesa nazionale a vario titolo per elaborare piste di lavoro.
Siamo partiti dalle parole di San Paolo ai Colossesi: ‘Pregate anche per noi , perché Dio ci apra la porta della Parola per annunciare il Mistero di Cristo’ (4, 3).
La porta è stato il motivo ricorrente del convegno, ispirato all’espressione usata dal Santo Padre per indire l’Anno della Fede: ‘Porta fidei’ è infatti il titolo della Lettera Apostolica che in data 11 Ottobre 2011 ce ne ha dato l’annunzio.
In Atti 14, 27 leggiamo: ‘Appena arrivati (ad Antiochia), (Paolo e Barnaba) riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede’.
La Porta in questo caso è indicativa di un avvio di fede. Porta è sinonimo d’ingresso o di uscita, è un’apertura che permette il passaggio da un ambiente ad un altro; declinata col termine ‘soglia’, fa pensare ad un accostamento, ad una situazione di scelta d’orientamento tra dentro e fuori. Il campo semantico del termine è vasto anche nell’ambito della Fede. L’abbiamo visto soprattutto nella simbologia religiosa in campo artistico.
La ‘porta della fede’ (cfr At 14, 27) che introduce alla vita di comunione con Dio e permette l’ingresso nella sua Chiesa è sempre aperta per noi. E’ possibile oltrepassare quella soglia quando la Parola di Dio viene annunciata e il cuore si lascia plasmare dalla grazia che trasforma. Attraversare quella porta comporta immettersi in un cammino che dura tutta la vita. Esso inizia con il Battesimo (cfr Rm 6, 4), mediante il quale possiamo chiamare Dio con il nome di Padre, e si conclude con il passaggio attraverso la morte alla vita eterna, frutto della risurrezione del Signore Gesù che, con il dono dello Spirito Santo, ha voluto coinvolgere nella sua stessa gloria quanti credono in Lui (cfr Gv 17, 22): così Benedetto XVI nella Lettera.
Scopo del Convegno è stato quello di rintracciare specialmente nella Bibbia e nell’Arte cristiana modelli e immagini da proporre peculiarmente in ambito catechistico e pastorale per evocare riferimenti a percorsi di fede tradizionalmente noti e sempre validi: la sfida è saperli ripresentare con l’ausilio di strumenti audiovisivi efficaci, anche passando per un uso intelligente dei social network, secondo quanto ci ha illustrato don Ivan Maffeis, vice direttore dell’Ufficio Nazionale delle Comunicazioni Sociali e curatore della pagina Web della Cei.
Il Santo Padre, accennando a delle porte d’accesso  alla fede, ha fatto menzione anche di autori come Sant’Agostino, i cui scritti ‘consentono ancora a tante persone in ricerca di Dio di trovare il giusto percorso per accedere alla ‘porta della fede’.A partire dalle Sacre Scritture, abbiamo un ricchissimo patrimonio di tradizione e di nuove piste metodologiche per contribuire a ridestare l’esigenza di un cammino di fede. Il papa ribadisce come la nostra fede non è più un presupposto scontato negli ambienti di cultura cristiana, anzi è spesso negato, forse perché non se ne vede più l’importanza e la Bellezza. Si è molto parlato di questa bellezza dell’essere cristiani da far riscoprire e di come l’arte vada valorizzata come porta d’accesso al Mistero. In questo ci hanno aiutato anche un nostro corregionale ferrarese, il prof. Marcello Panzanini, teologo ed iconografo, e sua moglie Valeria Poletti, teologa, con le sue lectio di brani biblici figurativamente efficaci.
I Power Point presentati si rifacevano spesso  ai mosaici di Ravenna: nella nostra città abbiamo sotto gli occhi un ricchissimo patrimonio da valorizzare per veicolare attraverso le immagini contenuti di fede. Anche la musica poi ha la sua parte nell’elaborazione di percorsi catechistici, e tutte le manifestazioni artistiche e culturali contestuali di cui possiamo venire a conoscenza possono rientrare nei programmi che ci accingiamo a preparare per il nuovo anno pastorale, come occasioni di Annuncio, porte che immettono nel Mistero di Salvezza.
Prima di elaborare qualsiasi programma, il suggerimento è di guardarsi in giro (il Web poi ci spalanca orizzonti vastissimi) ed individuare tutte le possibili forme espressive che possono confluire nei nostri programmi come mezzi efficaci di Annuncio e Catechesi.Senza poter essere esaustiva sulle sintesi elaborate, riporto alcuni esempi indicativi. Partendo proprio dal simbolismo della Porta, cerchiamo per esempio nelle Sacre Scritture come ne è sviluppata l’immagine in alcuni snodi significativi dell’Antico e Nuovo Testamento.
Leggiamo per esempio in Genesi 28, 16-17: Quando Giacobbe si svegliò dal sonno, disse: ‘Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo!’. Ebbe paura e disse:’Com’è tremendo questo luogo! Questa non è altro che la casa di Dio, e questa è la porta del cielo!”. L’episodio è quello del sogno della scala e gli angeli di Dio che vi salivano e scendevano, in quel luogo verso Caran che Giacobbe chiamò Betel, mentre prima di allora il nome della città era Luz, un paese a 19 chilometri a nord di Gerusalemme. Anche Abramo costruì un altare vicino a questo paese. Betel vuol dire ‘casa di Dio’.
Gesù dirà: ‘Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato’ (Gv 10, 9).
e ancora in Matteo 7, 13-14: ‘Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!’.
A questo punto basta cercare immagini dei tanti bellissimi portali delle chiese che palesano questo messaggio: Cristo è la Porta. La Chiesa è mediatrice di salvezza. Attraversata la soglia, Cristo ci accoglie nel suo Mistero di Salvezza e ci spalanca i tesori della sua misericordia.
(continua nel prossimo numero)
Mariangela Trentadue