Ottobre Missionario: 1° settimana
Prima settimana: 29 settembre-5 ottobre
La Contemplazione
‘Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi’ (Sal 26, 13).
Il tema indicato per questa settimana ci richiama alla mente un passo delle Confessioni (X,VI, 9).
Sant’Agostino, nella sua profonda ricerca di Dio si rivolge alla terra, alle cose in essa contenute, al mare, ai suoi abissi, all’aria e a tutto il mondo aereo con i suoi abitanti, al cielo, al sole, alla luna, alle stelle e ‘a tutti gli esseri che circondano le porte del mio corpo’, ponendo una domanda: ‘Parlatemi del mio Dio; se non lo siete voi, ditemi qualcosa di lui’; ed essi esclamarono a gran voce: ‘E’ lui che ci fece’.
La ricerca di Dio si placa in una illuminazione: ‘Le mie domande erano la mia contemplazione, le loro risposte la loro bellezza’.
Come ci ispira Agostino, contemplare è rivolgere domande, cercare nell’universo e nella sua bellezza la presenza di Dio, il suo Essere, il suo manifestarsi a noi attraverso un’infinità di forme. Per cogliere questa presenza ‘le porte della carne’ termini con cui Agostino indica i nostri sensi, devono sublimarsi, non svilirsi nella bassa materialità. Solo così potremo sentire quella ‘fame e sete’ d’infinito che si appaga quando dal nostro animo scaturisce la domanda su Dio che ‘offre agli uomini nelle cose create una perenne testimonianza di sé’ (Documenti del Concilio Vaticano II sulla divina rivelazione 18-11-1965).
Ma il Dio invisibile ha creato e conservato tutte le cose per mezzo del Verbo. A Dio ‘piacque nella sua bontà e sapienza rivelarsi in persona e manifestare il mistero della sua volontà, mediante il quale gli uomini per mezzo di Cristo Verbo fatto carne, hanno accesso al Padre nello Spirito Santo e sono resi partecipi della divina natura. Con questa rivelazione infatti Dio invisibile nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con essi, per invitarli e ammetterli alla comunione con sé’ (ibidem).
Così le domande ultime che l’uomo incessantemente pone, trovano risposte che vanno percepite con quella purezza dei sensi che solo la sublimazione può far raggiungere.
Si acquisisce uno spirito contemplativo che ci fa attenti all’ascolto degli altri e della Parola. La Parola ci educa ad avere orecchie e cuore per i fratelli e a non vivere da spensierati e dissoluti, incuranti della rovina che incombe su tutti noi, come ammoniva il profeta Amos.
Contemplare la Parola è illuminare la propria vita, dare realtà alle nostre parole, rafforzare la vista per cogliere la bellezza del mistero che si cela nel Creato e vedere gli altri e non solo se stessi.
Lo spirito contemplativo è condizione irrinunciabile della missione.
Per il Centro Missionario Diocesano, Anna Martino
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