23/11/2012

Mons. Ghizzoni saluta Reggio Emilia

Mons. Ghizzoni saluta Reggio Emilia
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 43/2012
      
Pubblichiamo il saluto che Mons. Lorenzo Ghizzoni ha rivolto alla comunità diocesana di Reggio Emilia-Guastalla, al momento dell’annuncio, sabato 17 novembre in Cattedrale a Reggio Emilia
 
La chiamata a questo nuovo compito nella Chiesa di Dio che vive in Ravenna-Cervia, all’inizio non mi ha spaventato come successe per la nomina a Vescovo ausiliare, perché in parte me lo aspettavo. Forse non così presto. Poi ripensandoci e valutando meglio le responsabilità che mi attendono, ho avuto un certo timore, anche se non conosco ancora la diocesi, il clero, i fedeli e tutto quello che caratterizza la vita pastorale. So che è il Signore che custodisce la città, altrimenti noi lavoreremmo e veglieremmo invano, ma sappiamo anche che proprio di noi egli si serve per portare la Parola di vita a tutti, per far conoscere attraverso la nostra carità quello che vuole operare. Faccio molto conto sullo Spirito di Dio, che è la vera forza della Chiesa, conto sui suoi doni alla Chiesa di Ravenna-Cervia, soprattutto sulle persone: sul suo presbiterio, sui diaconi, sugli altri ministeri, sui catechisti, gli educatori, i responsabili e gli animatori delle associazioni e dei movimenti ecclesiali, sulle coppie e le famiglie impegnate nei cammini ecclesiali con responsabilità. So di inserirmi nella storia di una Chiesa locale che risale agli inizi del cristianesimo, con sant’Apollinare primo evangelizzatore e Vescovo di quelle terre. Vorrei ricevere e trasmettere, insieme alla mia nuova Chiesa, questo patrimonio di fede e di civiltà, ai ragazzi e ai giovani che si affacciano alla vita, a quelli che si sono sposati nel Signore o che vivono situazioni coniugali difficili, a quelli che si sentono a casa nelle nostre comunità o si sono allontanati dalla fede, ai nuovi arrivati nelle nostre terre e anche a chi ha scelto di vivere come se Dio non ci fosse. Tutti hanno diritto al Vangelo, tutti sono chiamati a sedere al banchetto del Regno, tutti possono ricevere il Dono di Dio che è il suo amore che salva. E questo dovrà essere anche il mio servizio episcopale.
Non avevo nessuna fretta di lasciare la mia terra, la mia Chiesa diocesana, con i suoi preti, i diaconi, i consacrati, con i carismi e le scelte pastorali che hanno fatto la sua storia e dato forma alla sua identità spirituale ed ecclesiale. Mi porterò dietro una reggianità che credo sia un talento, per molti versi, che ho intenzione di spendere a favore di una Chiesa romagnola non così diversa dalla nostra, pur con le sue particolarità, come è giusto che sia tra Chiese sorelle. 
Spero e conto sulla preghiera di molti sia qui che là, perché il ministero affidatomi sia fruttuoso, costruisca unità, favorisca lo spirito missionario, diffonda il senso delle Chiesa, pur con tutti i limiti che mi riconosco, fidandomi della logica del chicco di frumento che se muore porta frutto.
Invoco la protezione di Maria e quella dei patroni S. Apollinare, S. Paterniano, S. Pietro Crisologo e anche di S. Guido Maria Conforti, che hanno vissuto nella santità il loro servizio come Vescovi di questa Chiesa antica e sempre viva.
X  Mons. Lorenzo Ghizzoni
 
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