Mons. Ghizzoni racconta la Visita ad Limina
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 6/2013
Ravenna nel cuore di Papa Benedetto XVI. La settimana scorsa, dal 4 al 6 febbraio, Mons. Lorenzo Ghizzoni, assieme ad altri vescovi ed arcivescovi della Regione, ha incontrato il Papa in occasione della tradizionale visita ‘ad limina’, un appuntamento quinquennale tra il pontefice e i responsabili delle diocesi per fare il punto sulla pastorale e la situazione delle chiese locali. Si è quindi parlato di Ravenna in Vaticano, del delicato momento di passaggio che stiamo vivendo, delle fatiche della nostra Chiesa ma anche dei suoi tanti doni. Monsignor Ghizzoni ci racconta questa esperienza.
Eccellenza, allora, com’è andata?
‘Bene, questa della visita ‘ad limina’ è una tradizione che nasce molti anni fa. I vescovi del territorio incontrano il Papa presentandogli una relazione concordata con gli organismi diocesani sul cammino compiuto dalla diocesi negli ultimi cinque anni nei vari settori della pastorale, relazione che ovviamente, essendo io arrivato solo qualche settimana fa, aveva già preparato il mio predecessore monsignor Verucchi’.
Come ha trovato il Papa?
‘L’avevo già incontrato altre tre volte, l’ultima in occasione di un’altra visita ‘ad limina’, quando ero vescovo ausiliare di Reggio Emilia. Ho scorto qualche segno del tempo in più sul suo volto ma, nonostante avesse già incontrato un gruppo di vescovi caldei e australiani, due visite non programmate, e nonostante la sua età, è rimasto con noi per più di un’ora, dialogando, e intervenendo per informarsi e capire meglio le situazioni delle nostre Chiese’.
Come si è svolta la visita?
‘Noi vescovi dell’Emilia-Romagna eravamo alloggiati alla casa Bonus Pastor, a poca distanza dalle mura vaticane, siamo stati ricevuti dal Santo Padre lunedì mattina. Ciascun vescovo ha presentato la situazione della sua diocesi, attraverso la relazione e poi è iniziato un dialogo molto bello, quasi ‘alla pari’, se così si può dire, con Benedetto XVI. Nei giorni successivi abbiamo poi visitato sette tra Dicasteri, i ministeri della Santa Sede, ed organismi ecclesiastici’.
Cosa vi siete detti?
Il Papa ha ascoltato, ha chiesto precisazioni, poi ha concluso con una riflessione più generale sulla situazione della fede oggi in Italia, in Europa e nel resto del mondo. Rispetto ad esempio ai Paesi del Nord Europa, ha dato una valutazione molto positiva della Chiesa italiana. E per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, ha spiegato che affrontiamo problemi tipici del nostro mondo occidentale, ma ha rilevato molta vitalità, attività ed energie che si stanno muovendo nelle nostre esperienze pastorali. Ci ha incoraggiato poi a continuare nel nostro ministero’.
E sulla nostra diocesi, cos’è emerso? Come l’ha presentata al Papa?
‘Come dicevo, mi sono basato sulla relazione di monsignor Verucchi, accennando alla situazione del clero e delle vocazioni, al buon numero di sacerdoti giovani, ad una partecipazione alla vita diocesana in aumento negli ultimi anni e al bilancio in pareggio. Per parte mia, ho potuto sottolineare che la pastorale deve affrontare problemi storici su questo territorio che ha una fama di anticlericalismo, in parte vera. Ma c’è una Chiesa che ha sempre resistito e continua a proporre opere ed attività: ho sottolineato soprattutto la dimensione caritativa che ha un suo centro importante nell’Opera di Santa Teresa e nelle attività della Caritas’.
Infine, come sono proseguite le altre visite romane?
‘Siamo stati in sei Congregazioni e un Consiglio: quella per i Sacramenti, per l’Educazione Cattolica, per i Vescovi, per il Clero, per la Vita consacrata, poi il Pontificio Consiglio per i Laici e infine la Congregazione per la Dottrina della Fede. In queste visite abbiamo affrontato temi più generali ma che naturalmente toccano anche la nostra realtà come l’innalzamento dell’età media del clero, le nuove forme di pastorale, la nascita delle unità pastorali. E si è parlato anche molto di giovani’.
A proposito di cosa?
‘Della nascita in tutte le diocesi di una pastorale giovanile sempre più organizzata e abbiamo certamente ricordato il grande appuntamento con la Giornata della Gioventù di Rio de Janeiro. Difficilissimo partecipare, però, per i giovani italiani. Ed è per questo che, assieme alle altre diocesi della Romagna, soprattutto quelle più vicine al mare, stiamo pensando ad un’iniziativa di due giorni a Milano Marittima o in un’altra località di mare, con una eventuale diretta dell’evento, per dare la possibilità a chi lo desidera di seguire anche la Gmg da qui’.
Intervista a cura di Daniela Verlicchi