Messaggio dell’Arcivescovo Mons. Lorenzo Ghizzoni ai cristiani ravennati colpiti da un lutto in famiglia

Carissimi,
vi sono vicino in questo momento di dolore per la morte di una
persona a voi cara.
Conoscendo lo smarrimento che si prova per le decisioni
immediate da affrontare per organizzare un funerale, intendo
ricordarvi alcune cose principali da tenere presente per richiedere
la celebrazione del rito cristiano delle esequie e darvi alcune
indicazioni per gli adempimenti da assolvere.
Prima di tutto la motivazione: la nostra fede in Cristo ci sorregge
e ci garantisce intimamente che la nostra vita è un dono di Dio. La
morte è stata vinta una volta per tutte dal sacrificio sulla croce di
Gesù che ci ha aperto le porte del paradiso, cioè della vita eterna in
Dio e in compagnia di tutti i santi, compresi i nostri cari.
Proprio per chiedere a Dio di accogliere nel suo abbraccio paterno
i nostri cari, la Chiesa da sempre ha stabilito delle celebrazioni per
affidarli alla misericordia divina, domandando perdono per i loro
peccati e accompagnandoli con la preghiera.
Il Rito delle esequie esprime la fede nella risurrezione dei morti
e il rispetto verso il corpo mortale dei defunti destinati a essere
trasfigurati e accolti nella gloria di Dio alla fine dei tempi. Prevede
alcune letture bibliche, un eventuale commento del celebrante,
sacerdote o diacono, alcune preghiere, l’ultima raccomandazione
e il commiato.
La forma più completa comprende questa celebrazione all’interno
della S. Messa presieduta dal sacerdote. La S. Messa è l’atto più
alto che la Chiesa ha avuto in dono dal Signore, che rende sempre
attuale la sua salvezza. Se non viene celebrata il giorno del funerale
è bene accordarsi col parroco per fissarne una in seguito in un
giorno comodo per tutti. Richiedere e partecipare alle messe in
suffragio dei defunti costituisce sempre un’opera di misericordia
spirituale.
Sono vicino a voi col cuore colmo di compassione e condivisione
del vostro dolore, ma sempre nella certezza della risurrezione
promessa dal Signore in cui crediamo.
Il vostro Arcivescovo
Mons. Lorenzo Ghizzoni