L’uso dei beni al centro dell’assemblea del clero del 12 maggio al cinema Corso

L’uso dei beni

al centro dell’assemblea

del clero del 12 maggio

al cinema Corso

 

Dal “RisVeglio Duemila”  N. 19/2016

 

Obiettivo trasparenza

Continuare a essere al contempo pastori e amministratori, in un contesto di crescente complessità sotto il profilo legislativo, e con l’obiettivo di tendere alla povertà evangelica.

È il compito al quale è chiamato il parroco, in ambito amministrativo, che è stato al centro dell’assemblea dei sacerdoti del 12 maggio al Cinema Corso. Un’occasione nella quale si è ragionato, insieme, sul bilancio della diocesi e sui principi da tener presente nell’amministrare beni ecclesiali, sul quale ci si gioca parte della reputazione della Chiesa.

Nella sua relazione l’arcivescovo Lorenzo ha chiarito il modello a cui aspirare: “Pastori o amministratori: non cadiamo in questo dilemma – ha detto –, non dobbiamo né lasciare una delega in bianco ad altri su questi temi, né accentrare tutta l’amministrazione, ma tenerli insieme questi due aspetti.

Si tratta di un bel rischio e al contempo di una bella opportunità, che può essere un’educazione all’uso evangelico dei beni. E la povertà evangelica, da questo punto di vista, è un obiettivo al quale tendere”.

La diminuzione del clero, l’aumento della complessità legislativa e, ultimamente, anche l’arrivo di veri e propri truffatori sono elementi che ovviamente rendono tutto più difficile. E allora, concretamente, come affrontare il tema?

“Appoggiarsi a un gruppo di persone che riteniamo capaci. Nella scelta delle persone tener presente due principi: devono essere buoni cristiani e competenti.

Ma in ogni caso, i laici che lavorano con noi bisogna aiutarli, con una formazione specifica. I preti devono imparare a presiedere, i laici a consigliare”.

Infine tre principi, ai quali attenersi: “rispettare le finalità dei beni che ci sono affidati”, “tendere sempre più alla trasparenza, per rispettare le persone che ci affidano del denaro ed educare a un autentico spirito di famiglia” e “obbedire alla disciplina comune”, soprattutto per quel che riguarda le opere straordinarie. “Ogni parrocchia ha diritto a conoscere il suo bilancio”, ha chiesto l’arcivescovo.

E in futuro (un futuro ormai prossimo), la collaborazione tra parrocchie diverse, porrà sempre più il tema di una gestione comune dei beni. “Oggi la gestione economica è molto impegnativa – ha spiegato l’economo don Ennio Rossi –. Ma in diocesi abbiamo degli esperti che possono aiutare. Il problema si pone soprattutto per le parrocchie che hanno molti immobili da gestire. Una delle prime cose da fare è fare un aggiornamento serio del catasto”.
 

Daniela Verlicchi