L’ultimo saluto a Don Ermanno Neri

L’ultimo saluto a Don Ermanno Neri

Dal “RisVeglio Duemila”  N. 24/2018

 

Lo scorso giovedì 21 giugno è morto don Ermanno Neri, sacerdote della nostra Diocesi. I funerali sono stati celebrati sabato 23 presso l’Opera di Santa Teresa, dove il sacerdote risiedeva da diversi anni.

A presiedere la liturgia funebre è stato monsignor Lorenzo Ghizzoni.

Il testo che segue è una sintesi di quanto il nostro arcivescovo ha pronunciato durante i funerali.

 

Don Ermanno Neri, nato a Carraie di Santo Stefano il 28 gennaio 1940, uno degli ultimi preti che avevano frequentato il seminario fin dall’inizio della scuola media, ordinato il 28 giugno 1964 da monsignor Baldassarri, svolse il suo primo incarico sacerdotale come viceparroco a Berra nella Bassa Ferrarese fino al giugno del 1966.

Fu coadiutore del Centro professionale di Piangipane dal giugno 1966 all’ottobre 1968. In seguito svolse il compito di vicerettore del seminario di Ravenna durante gli anni del grande cambiamento voluto dal Concilio e attraversò gli scossoni del periodo della contestazione senza indebolire la sua vocazione sacerdotale. Collaboratore delle parrocchie di Santerno, di San Giovanni Evangelista a Ravenna, del Redentore, di San Giuseppe Operaio, poi ritornò a servizio del Redentore. Ebbe l’incarico di presidente dell’Istituto diocesano per il Sosten-amento del Clero che resse per una decina d’anni (dal 2001 al 2010).

Negli ultimi dieci anni, per la salute che andava peggiorando, si era ritirato presso l’Opera di Santa Teresa dove è rimasto fino ai suoi ultimi giorni.

Anche qui si era distinto per il suo carattere simpatico e sempre affabile, ma sorattutto per i contenuti delle sue omelie e delle riflessioni spirituali, ricche di Sacra Scrittura. Assistito dal confratello Romano negli ultimi tempi ha avuto un crollo che gli impediva la comunicazione, ma non la percezione di quello che avveniva intorno a lui e si emozionava sempre quando qualcuno gli parlava o lo salutava. Qui è deceduto giovedì 21 giugno di infarto.

Nel periodo in cui la Chiesa elaborò con il Concilio un nuovo rapporto tra la Chiesa e il mondo, egli con animo sacerdotale portò a compimento una stimata competenza in campo lavorativo, sia presso il Centro di addestramento professionale di Piangipane, sia presso gli uffici provinciali della Confartigianato. I tanti che si rivolsero a lui, e lo ebbero o come consigliere tecnico o come guida spirituale, affermano che in lui “il Prete divenne uomo”, secondo una dicitura a lui cara. Con semplicità, sostenuta da grande competenza, ha svolto qualificati servizi pastorali, per lungo tempo nelle varie parrocchie ed anche nel Cursillo di Cristianità, facendosi apprezzare per la sua spiccata sensibilità biblica e per le qualità di delicato accompagnatore spirituale.

Ricordandolo, scrive di lui un parrocchiano di San Giuseppe: “Un prete lavoratore semplice profon-do e meticoloso nel trasmettere la Parola si era dedicato soprattutto a curare la celebrazione della messa della domenica mattina nella cappella di Santa Barbara vicino allo stabilimento chimico dell’Eni, l’Anc, per il personale”