Lo Sposalizio del Mare giunge alla 571a edizione
Dal “RisVeglio Duemila” N. 19/2015
C’è una Festa, a Cervia, ricca di fascino e che, per la sua tradizione secolare, ancor più della Festa Patronale rappresenta l’anima della città. È lo “Sposalizio del Mare”, un rito di antichissima memoria attraverso il quale la città rivierasca, altrimenti conosciuta come la “città del sale”, ogni anno, il giorno dell’Ascensione, rinnova il legame dei propri destini e della propria prosperità a quel mare su cui si affaccia e dal quale trae le ricchezze antiche della pesca e delle saline e quelle moderne del turismo balneare.
Di questo spirito è emblematica la solenne e propiziatoria invocazione che il Vescovo di Ravenna-Cervia lancia ai quattro venti di fronte alla folla assiepata lungo i bordi del Porto Canale, all’inizio della suggestiva cerimonia in mare. “Benedici o Signore tutto il Mare Adriatico, in cui i Cervesi e quelli che hanno affari con essi sono soliti navigare, affinché in questo mare e in mezzo a loro vi siano sempre serenità, vittoria e virtù. Benedici queste acque, le navi che le solcano, i remiganti, i nocchieri, gli uomini, le merci che si trasportano sul mare…”.
Lo “Sposalizio del Mare” che rappresenta una delle rievocazioni storiche più antiche del nostro Paese, ha come filo conduttore il forte e antico legame della “città del sale” con Venezia e la sua Repubblica, cui era legata da stretti rapporti culturali e commerciali proprio in virtù di quella risorsa naturale di tale rilievo per i tempi, da essere addirittura chiamata “oro bianco”.
Vuole la tradizione che le origini storiche di questo evento risalgano al 1445, quando, l’allora Vescovo di Cervia, il veneziano Pietro Barbo, in seguito divenuto Papa con il nome di Paolo II, di ritorno nel giorno dell’Ascensione da un’ambasciata commerciale a Venezia, fu sorpreso in mare da un violentissimo fortunale. Per placare le acque e portare in salvo l’imbarcazione e l’equipaggio, il Vescovo invocò la protezione divina e in pegno gettò in mare il suo anello, facendo di esso il simbolo di quell’indissolubile legame che unisce i destini di Cervia al suo mare.
Nel tempo il rito ha assunto una valenza simbolica più ampia ed i suoi auspici sono oggi divenuti un’aspirazione che coinvolge tutte le popolazioni e tutti i viaggiatori delle località rivierasche che si specchiano sul Mare Adriatico, in una visione di eterna fratellanza tra genti di origini, etnie e culture anche diverse.
Salvo alcuni anni in concomitanza con la proclamazione dell’Unità d’Italia, lo Sposalizio del Mare ha sempre coinciso con la celebrazione dell’Ascensione ma, a partire dagli anni più recenti, il rito si è venuto snodando nell’arco di tre giorni, con appuntamenti religiosi, culturali, incontri, spettacoli, sagre e degustazioni tipiche dedicate, di volta in volta a una località europea che funge da ospite d’onore della manifestazione.
L’edizione di quest’anno vede in questo importante ruolo, Oberasback, una ridente cittadina bavarese che ha da poco instaurato un rapporto a livello culturale, foriero di sviluppi anche turistici con la nostra città.
L’appuntamento religiosamente più significativo della lunga kermesse rimane indubbiamente la Santa Messa Solenne dell’Anello, concelebrata e presieduta dal Vescovo della Diocesi di Ravenna-Cervia, nel corso della quale lo stesso dona al Sindaco di Cervia il cosiddetto Pane della Sensìa, ricevendo in cambio l’oro bianco, a suggello del tradizionale e fattivo rapporto di collaborazione tra la comunità religiosa e la società civile cervese.
Alla celebrazione eucaristica fa seguito la formazione di un corteo in antichi costumi che, attraversando il centro storico, giunge sul Porto Canale per l’imbarco verso il mare aperto, ove l’Anello, lanciato in acqua, diviene oggetto di una lotta, senza esclusione di colpi, tra una cinquantina di giovani, per lo più bagnini, nello spasmodico tentativo di conquistare l’ambito trofeo.
È degno di menzione il fatto che l’11 maggio 1986, lo Sposalizio del Mare ebbe come protagonista d’eccezione l’allora Pontefice Giovanni Paolo II. Quella giornata inondata di sole rimane, nei ricordi, assolutamente memorabile per Cervia, perché è difficile non sentire ancora riecheggiare le parole di grandissimo spessore umano e spirituale che il Pontefice indirizzò dal palco prospiciente il mare alla folla di cervesi e turisti: “Vorrei che questo incontro vi sia di incoraggiamento a spendere bene il dono della vita, nella corenza della fede e nella testimonianza della carità cristiana”.
Giuseppe Grilli