Lo scoutismo da Brownsea ad Argenta, attraverso il martirio di don G. Minzoni
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 14/2013
Presentato a Filo d’Argenta il libro di Sergio Caranti ‘Lo scoutismo da Brownsea ad Argenta, attraverso il martirio di don G. Minzoni’.
Giovedì 4 aprile, presso il Cavallino Bianco di Filo d’Argenta, anche alla presenza di un nutrito gruppo di ex scout, Sergio Caranti ha tenuto una brillante relazione sulla storia dei boy-scouts e ha presentato il suo libro.
Sergio Caranti, scout nell’Asci dal 1956, prima ad Argenta poi a Bologna, ha fondato nel 1961, con l’allora cappellano Don Guido Marchetti, il Reparto Argenta 2.
Aderendo alla richiesta di tenere una conferenza sugli scout ai soci del Circolo Amici di Argenta, Caranti ha dovuto approfondire i dati da lui raccolti in precedenza allorché ha scritto alcuni articoli per una rivista locale. Sullo scoutismo ferrarese più recente c’era poco da dire e i documenti fotografici erano scarsi. Le sue ricerche sono partite dall’inizio ‘del grande gioco’, come viene chiamato in tutto il mondo lo scoutismo.
Parlare di scout, o boy-scouts (giovani esploratori, come erano chiamati), presuppone in primis parlare del fondatore di un movimento che ha raggiunto oggi i 40 milioni di iscritti: Sir Robert Baden-Powell of Gillwell. Il generale inglese, eroe della guerra sud-africana, sperimentò nel 1907 il suo innovativo metodo educativo nel primo campo scout con 22 ragazzi, nell’isolotto di Brownsea, nella Manica.
Passando allo scoutismo locale, questo è indissolubilmente legato alla figura e all’operato di Don Giovanni Minzoni, il Parroco di Argenta ucciso da sicari fascisti proprio per aver fondato con 70 giovani due reparti di Esploratori cattolici. Egli seppe sempre distinguersi per le sue capacità organizzative, la franchezza, la cordialità e l’attitudine comunicativa; questi suoi tratti furono il miglior viatico per la sua attività sacerdotale. Divenne ben presto ispiratore e guida delleiniziative pubbliche dei cattolici argentani, una minoranza attiva in questa cittadina nel drammatico clima politico e sociale successivo alla Grande guerra. Era stato Cappellano militare e tornò dal fronte nel 1919 con 11 medaglie, di cui una d’Argento al Valore Militare.
Don Minzoni riprese il doposcuola e dette impulso alla biblioteca circolante. Fondò i Circoli di Azione Cattolica maschile (Giosuè Borsi) e quello femminile (Sacro Cuore). Organizzò, lavorando personalmente alla sua costruzione, il Ricreatorio maschile, il Teatro con l’unico cinematografo della zona, la Filodrammatica, il Laboratorio femminile di maglieria, la Cooperativa agricola di ex combattenti. Riattivò l’Opera Pia Liverani, destinata all’educazione delle fanciulle.
La sera del 23 agosto 1923, a due mesi dalla fondazione degli scout argentani e proprio per questo, venne barbaramente ucciso. Al suo funerale, prima ad Argenta quindi a Ravenna, parteciparono affranti migliaia di cittadini, giovani e anziani, scout da tutta l’Emilia Romagna, rappresentanze civili e militari. Assenti l’Arcivescovo di Ravenna mons. Lega, il prefetto, il sindaco: tutti si erano allineati, come gran parte del clero in quel momento, alla politica del governo nazionale, limitandosi ad inviare propri rappresentanti.
Ci sono voluti una cinquantina d’anni per cambiare le cose: nel 1973 venne ad Argenta, a onorare il Martire, il presidente della Repubblica Giovanni Leone. Nel 1983, al ritorno della salma nella nostra città, erano presenti due cardinali e sei arcivescovi e vescovi. Nel 1990 anche il Santo Padre Giovanni Paolo II, con la presenza del presidente della Repubblica Francesco Cossiga e di tutti i cardinali e i vescovi della regione, venne a pregare sulla tomba di Don Minzoni, nel Suo Duomo di Argenta. Da tutte queste vicende Sergio Caranti ha tratto la necessità di ritrovare e riportare testimonianze e omelie, documenti e fotografie. Ecco quindi il suo libro, fresco di stampa: ‘Lo scoutismo da Brownsea ad Argenta, attraverso il martirio di don Giovanni Minzoni’.
L’autore, conclude la sua prefazione con queste parole: ‘Dedico questa ricerca all’amato nipote Stefano, auspicando che, da ragazzino, possa beneficiare dei valori e degli insegnamenti che lo scoutismo cattolico sa dare e ha dato a me stesso’.
Il libro, di 128 pagine, con molte fotografie anche inedite, tratta anche lo scoutismo ferrarese
dal dopoguerra ai giorni nostri.
Per richiedere copie: gbattisti@email.it
