Lettera dell’arcivescovo circa le norme di contrasto al covid

Carissimi fedeli della Chiesa di Ravenna-Cervia,

come vostro Vescovo – in accordo con gli altri Vescovi delle Chiese dell’Emilia-Romagna – sento la responsabilità morale di esortare con molta fermezza tutti coloro che possono farlo, a vaccinarsi: in primo luogo i presbiteri, i consacrati e i vari operatori pastorali impegnati nella vita e nella missione delle nostre Chiese diocesane. Non facciamo ricorso a obblighi, perché siamo tutti consapevoli che è in gioco il bene comune e la salute delle persone più anziane e più fragili. In qualche caso anche la nostra e la loro vita.

L’8 settembre, la presidenza della CEI, ha ripetuto che in questo tempo di ripresa, «segnata ancora da tante incertezze», è «compito della comunità cristiana adottare le misure necessarie a prevenire e ridurre quanto più possibile il rischio di contagio da buoni cittadini animati da senso civico e da cristiani chiamati ad amare e servire il prossimo. L’emergenza sanitaria non è ancora rientrata e gli strumenti a disposizione per frenare la diffusione della pandemia sono in continua evoluzione. In questo momento i vaccini sono ritenuti dalle autorità competenti un mezzo importante per rallentare e contenere il contagio e quindi prevenire il Covid-19 almeno nelle forme più gravi.
Ci sono alcune attività pastorali che possono esporre a un particolare rischio di contagio o perché svolte in gruppo oppure per la loro stessa natura. La cura delle relazioni chiede d’incentivare il più possibile l’accesso alla vaccinazione dei ministri straordinari della Comunione Eucaristica; di quanti sono coinvolti in attività caritative; dei catechisti; degli educatori; dei volontari nelle attività ricreative; dei coristi e dei cantori».

Dall’ambito di applicazione delle disposizioni (21 sett. 2021 per i lavoratori e i volontari; e 23 luglio 2021 per le attività che necessitano di green pass) restano esclusi i luoghi di culto e le attività di religione e culto ovvero le attività pastorali (es. catechesi). Quindi non è richiesta la verifica del green pass per i fedeli che si recano in chiesa per finalità liturgica, ma è necessario farla per sagrestani, volontari o altro personale adibito alla cura e alla manutenzione del luogo.
Per le celebrazioni, si continua a osservare quanto previsto dal Protocollo CEI-Governo del 7 maggio 2020, integrato con le successive indicazioni del Comitato Tecnico-Scientifico.

Visto che sono chiamati a garantire “l’altro”, rispondendo all’obbligo vaccinale medici e personale sanitario, insegnanti e operatori della scuola, come vescovi rivolgiamo anche ai ministri ordinati, ai volontari e agli operatori pastorali un serio invito a guidare le riunioni comunitarie o altre attività educative in presenza solo se hanno ricevuto da almeno due settimane la prima dose di vaccino, se sono guariti dal Covid da non più di sei mesi o se, nelle 48 ore precedenti a ogni momenti in cui prestano i loro servizi, hanno effettuato un tampone risultato negativo.

Come previsto dalla normativa vigente, nelle iniziative in cui, al chiuso, sia prevista preparazione, distribuzione o consumazione di cibo, attività di intrattenimento, ludico-sportive o teatrali al chiuso, attività didattiche, come il doposcuola o aiuto allo studio, per chi ha dei dipendenti, è richiesto il green pass e sarà compito del legale rappresentante o di un suo incaricato effettuarne il controllo, anche a campione.
Nel caso in cui alcuni locali siano dati in uso in modo estemporaneo ad altri (condominio o riunioni di privati) sarà premura del legale rappresentante o di un suo incaricato comunicare il rispetto delle norme vigenti.

Ricordiamo anche la nota del 21 dicembre 2020 della Congregazione per la dottrina della Fede nella quale ha espresso una parola risolutiva sulla questione della liceità morale dei vaccini.

Carissimi, vi incoraggiamo perciò tutti all’adozione di queste misure efficaci di contrasto alla pandemia. Come comunità cristiane continuiamo a fare la nostra parte con spirito collaborativo per il bene di tutti e di ciascuno della nostra società.
Gli Arcangeli e gli Angeli custodi ci siano di esempio e ci sostengano in questo impegno verso gli altri, che è un atto di carità fraterna.

29 settembre 2021                                                             +Lorenzo Ghizzoni, Arcivescovo