L’Editoriale del numero 27
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 27/2014
Non è che stamattina mi sono svegliato e guardando mia moglie mi sono detto: che bello essere insieme, io uomo lei donna! È da quando l’uomo e la donna vivono sulla terra che hanno trovato bella e buona questa combinazione che, non a caso, è la combinazione alla base della storia, garanzia del mantenimento della specie sulla terra. Almeno fino ai nostri giorni e all’insorgere dell’idea che la scienza, non solo potrebbe aiutare la procreazione risolvendo problemi e complicazioni, ma ‘ potrebbe anche offrire soluzioni alternative alla combinazione ‘naturale’ che l’umanità conosce.
Un fatto però è certo, la combinazione uomo donna non l’hanno inventata i cattolici o i cristiani in genere. O gli ebrei che ci hanno preceduti. Bianchi, neri, gialli ‘ belli, brutti, tutti sanno che un uomo e una donna hanno questa peculiarità di offrire continuità.
Anche il matrimonio tra un uomo e una donna non l’hanno inventato i cattolici. Certo, che se volessimo parlarne potremmo fare tante belle considerazioni attorno al rito dei nostri giorni perché nel riconoscere la nostra unione davanti a Dio perché egli la benedica, come marito e moglie riconosciamo la nostra pari dignità, la nostra corresponsabilità nella crescita dei figli e nella conduzione della vita familiare. Nel rispetto reciproco, nella buona e nella cattiva sorte, finché morte non ci separi. Certo, c’è un limite naturale alla nostra unione che non è il sentimento che ha aiutato il nostro stare insieme, ma che non è e non può essere la sola garanzia di durata del nostro rapporto.
Riconoscendo Dio come autore della vita, noi chiediamo a lui la sua benedizione, e in questo assumiamo una responsabilità sociale verso i figli, ma anche verso i nonni. Nella società compartecipiamo delle scelte comuni di garantire coesione sociale anche attraverso altre realtà, come la scuola e il mondo delle associazioni.
Non di meno, vediamo anche famiglie che pur non chiedendo la benedizione di Dio che, nel rapporto uomo donna, hanno un atteggiamento simile a quello descritto. Qui nel ravennate, qualcuno si dice di tradizione laica repubblicana, qualcuno di tradizione comunista, ecc.
Rispetto a un rapporto così inteso, i padri costituenti di questo Paese, pur essendo di matrici ideali diverse, ebbero a scrivere articoli importanti della nostra Costituzione che sono ancora di estrema attualità.
Ecco perché, signor sindaco, dopo l’iniziativa di sabato scorso in cui molti hanno scritto della sua presenza autorevole alle ‘nozze al femminile’ tenutesi a palazzo comunale, lei si è ritrovato tutta la serie di reazioni che da giorni stiamo ascoltando e leggendo. Politicamente, pare che lei debba render conto all’interno della sua stessa Giunta.
Nel Paese esiste da anni un dibattito sulle relazioni fra persone, anche se dello stesso sesso. Una cosa è certa, per noi questo dibattito non può sfociare nel matrimonio. Non solo per noi, anche per molti altri. E forse, se una cosa buona possiamo leggere nei fatti di sabato scorso, il Paese reale sta manifestando il suo pensiero.
Giulio Donati