
Le parole di Mons. Verucchi in occasione della memoria di Santa Faustina Kowalska
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 38/2013
L’evangelizzazione alla luce degli ‘Atti degli Apostoli’
Sabato 5 ottobre, memoria di Santa Faustina Kowalska, l’Arcivescovo Emerito Mons. Giuseppe Verucchi ha presieduto la S. Messa Solenne nella chiesa dell’Adorazione Eucaristica, Santa Maria Maddalena (via C. Ricci, Ravenna) La sostanziosa omelia, in linea con gli orientamenti pastorali diocesani, ci ha portato sulle orme degli apostoli: (Gesù) Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici ‘ che chiamò apostoli ‘ perché stessero con lui e per mandarli a predicare (Mc 3,13-14).
Tutti nella Chiesa, dopo essere stati col Signore e aver ‘assorbito’ il Suo amore, sono chiamati ad andare e a trasmettere il Vangelo. Mons. Verucchi ha paragonato il cristiano a un melo, che deve necessariamente produrre mele, per non essere tagliato. Così è per il battezzato credente: se non evangelizza, si taglia fuori da sé. Accogliere e trasmettere la fede, questa è la vera identità del discepolo! A imitazione di Gesù coi farisei del tempo, egli non può lasciarsi intimidire dai vari diktat del nostro tempo sul ‘rispetto delle idee altrui’ a prescindere, perché la forza insita nel dono che il Vangelo porta, ha una straordinaria potenza che si sa far strada da sé. Purtroppo oggi, sembra che il meccanismo si sia come inceppato: si piantano alberi che arrivano solo al fiore e, raramente, al frutto. Effetto di una grande ‘gelata primaverile’?
Vivere il cristianesimo in modo egoistico, senza donare ciò che si è ricevuto, provoca lo strozzamento della fede. L’ascolto della Parola, la preghiera, la celebrazione Eucaristica, la sempre crescente comunione fraterna, l’amore ai poveri e agli ultimi, invece, portano a uscire da sé e all’urgenza di comunicare la fede. Infine, Mons. Giuseppe Verucchi ha chiesto quale sia il luogo più adatto all’evangelizzazione. L’Apostolo Paolo annunciava nelle sinagoghe, nelle piazze, ai lavatoi, all’aeropago, nei negozi e in tutti i luoghi dove le persone si riuniscono. Per noi, luogo ideale per trasmettere la fede, potrebbe essere l’ambiente in cui viviamo e operiamo, e ogni luogo di aggregazione sociale che lo Spirito, nelpuò suggerirci. Ma quale è il modo migliore per evangelizzare?
Mons. Verucchi ha ricordato la Messa di Papa Francesco coi Cardinali, subito dopo l’elezione, in cui il Pontefice suggeriva il metodo preferito dal Santo di Assisi: Proclamare il Vangelo usando, se necessario, anche la parola. Proclamare il Vangelo con la vita!
I numerosi presenti alla Celebrazione, hanno ascoltato con grande attenzione le esortazioni e gli incoraggiamenti dell’Arcivescovo Emerito a procedere sempre più sulla strada della comunione e della corresponsabilità per trasmettere il Vangelo con gesti veri e concreti.
Al termine, il Rettore Don Francesco Chinaglia, che in quella giornata ricordava il suo 28° di sacerdozio, ha dato la possibilità a tutti di venerare la reliquia di Santa Faustina, concludendo con la recita solenne della Corona alla Divina Misericordia. La Santa polacca, nel Diario scritto in obbedienza a Gesù ci insegna, come pure Francesco di Assisi, che l’amore misericordioso di Dio si esprime in primis con le opere, poi con le parole e in fine con le preghiere. ‘Tu stesso mi ordini di esercitarmi nei tre gradi della misericordia. Primo: l’opera (‘). Secondo: la parola misericordiosa (‘). Terzo grado è la preghiera (‘). La preghiera la estenderò anche là, dove non posso giungere fisicamente’ (Diario, 163).
Rossella Gatti