L’attualità del diritto canonico: 300 giovani per parlarne con il direttore dell’Osservatore

L’attualità del diritto canonico: 300 giovani accorrono per parlarne con il direttore dell’Osservatore Romano
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 43/2012
 
La cosa ha avuto poca risonanza ma ciò non ha impedito che più di 300 giovani! universitari abbiamo partecipato a Ravenna, lo scorso 21 novembre, in un aula gremita del Seminario, adibito a sede di Giurisprudenza, ad un dibattito sul Diritto Canonico, in occasione della presentazione di un libro dal titolo ‘provocatorio’, ‘La Chiesa fra nuovo paganesimo e oblio’. Questa realtà laica, l’Università (che pure affonda le proprie radici nella Chiesa medioevale, non dimentichiamo che gli universitari erano i ‘clerici vagantes’) ha saputo far discutere nella nostra città il direttore dell’Osservatore Romano, Gian Maria Vian su un tema solo apparentemente ‘ecclesiastico’ con altri brillanti relatori: Alba Maria Orselli e Paolo Pombeni.
Non una conversazione noiosa, né la registrazione di un declino ineluttabile, ma uno sguardo sul passato diretto al futuro con un messaggio costruttivo di speranza: il ruolo del diritto canonico nel Cristianesimo, religione diffusa dapprima nelle città, fra un ceto medio, medio-alto composto da artigiani, intellettuali e nobili (gli ‘straccioni’ che ostinatamente ci mostrano i film sulle prime comunità cristiane sono un falso storico), mentre le campagne sono territorio dei pagani (termine che deriva infatti dal latino pagus = villaggio di campagna), emerge fin nell’epoca tardo-antica, dove funge da collettore, costruito sul substrato di valori comuni, così strutturando e fondendosi con una società rimasta disorientata dalle invasioni barbariche, orfana dell’impero romano, di cui però il cristianesimo sa recepire proprio parte del diritto per quella sua intrinseca apertura al dialogo (= uso condiviso della ragione).
Oggi, finita l’epoca di fusione Chiesa-Società, iniziata con Costantino e terminata ai primi del 1900, in un Europa in corso di scristianizzazione, dove più che di neopaganesimo (un impossibile anacronismo), si dovrebbe parlare di politeismo (per la continua costruzione di nuovi idoli), il diritto canonico ha ancora una sua valenza. Intanto si tratta di un diritto non imposto, ad adesione volontaria. Inoltre, dopo l’entusiasmo immediatamente post-conciliare per il solo uso pastorale nella Chiesa, con la tormentata questione degli abusi sessuali, Papa Benedetto XVI ha ricordato il fondamentale ruolo del diritto canonico proprio nella tutela dei fedeli, laici e non.
Così, il diritto canonico che non può accettare un concetto di matrimonio se non fondato sull’unione di un uomo e di una donna, ci ricorda che l’istituto giuridico del matrimonio ha la sua ragion d’essere sul fatto che costituisce la più piccola cellula sociale destinata allo sviluppo e alla crescita con la generazione e l’educazione dei figli e, solo per questa sua intrinseca natura, è considerato dagli ordinamenti giuridici meritevole di premio e di speciale tutela, rispetto ad altre forme di unioni affettive in sé sterili. In conclusione, la Chiesa difficilmente potrà riproporsi nella società attuale frammentata e nuovamente in crisi come struttura di riferimento, ma potrà cercare di andare incontro ad una domanda di salvezza che continua a salire da questa terra ed a cui fa eco l’urgenza dell’uso condiviso della ragione.
Elena Baldini