
Lampedusa: intervista alla commissaria UE Cecilia Malmström
In queste ore, dopo la tragedia di Lampedusa (l’ennesima nel mar Mediterraneo) in cui hanno perso la vita centinaia di persone, molte voci (politici, media, commentatori…) hanno puntato il dito contro l’Europa, a loro giudizio incapace di rispondere alle emergenze migratorie. Su questo tema, abbiamo intervistato la commissaria dell’Unione Europea Cecilia Malmström, svedese, responsabile per gli Affari interni.
‘Quanto è successo a Lampedusa è una tragedia europea. Questi episodi mostrano quanto sia importante la solidarietà espressa concretamente dagli Stati membri. Nessun paese dell’Unione è in grado di affrontare la sfida migratoria da solo, per questo motivo ho ripetutamente richiesto una comune politica migratoria a livello europeo, basata sul rispetto dei diritti degli immigrati e dei richiedenti asilo, contestualmente incardinata sul principio della solidarietà, sia nei confronti dei migranti che tra gli Stati Ue. E’ necessario offrire sostegno agli Stati che si affacciano sulle frontiere esterne dell’Unione. La Commissione europea fornisce sostegno ai Paesi sotto pressione migratoria estrema quali Italia, Grecia, Malta e Spagna, attraverso aiuti economici, Frontex e il Sistema comune europeo di asilo. Potremo presto avvalerci del sistema Eurosur, che contribuirà a migliorare il monitoraggio e la rilevazione di piccole imbarcazioni in difficoltà in modo da attivare le operazioni di soccorso prima che accadano tragedie. Occorre raddoppiare gli sforzi per combattere i criminali che sfruttano la disperazione umana e ciò può avvenire principalmente intensificando la cooperazione con i Paesi terzi dove queste reti si basano e operano’.
‘Il Sistema comune europeo di asilo consiste in norme che introducono criteri chiari da applicare nel valutare le domande di asilo, le procedure più efficienti, e migliori condizioni di accoglienza per i richiedenti asilo. Per coloro la cui richiesta di asilo è stata accettata e ai quali è quindi riconosciuta protezione internazionale, le nuove norme armonizzano i benefici derivanti da questo nuovo status, soprattutto per ciò che riguarda il diritto di residenza, l’accesso all’impiego e l’assistenza sanitaria. In generale dobbiamo essere più aperti nel concedere il diritto di asilo e impegnarci maggiormente per il reinsediamento di persone che hanno di bisogno di protezione internazionale all’interno dell’Ue, di concerto con l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Accogliere e dare ospitalità nell’Unione europea alle fasce più vulnerabili potrebbe evitare che i migranti mettano le loro vite in pericolo mentre cercano di raggiungere le nostre coste’.
‘Dobbiamo lavorare insieme per poter poi cogliere i frutti di migliori politiche migratorie attuate a livello globale. Per ottimizzare il coordinamento e la gestione dei flussi migratori occorre innanzitutto cambiare il nostro atteggiamento nei confronti dell’immigrazione. Dobbiamo iniziare a valorizzare i benefici e le opportunità che può apportare sia ai Paesi Ue sia agli immigrati stessi. Gli immigrati possono dare un importante contributo alle nostre società. Ma questo contributo è possibile solo se siamo pronti a riconoscere e utilizzare al meglio il potenziale dell’immigrazione. Ciò richiede coraggio e leadership nella promozione di un nuovo approccio, ma sfortunatamente spesso assistiamo a una mancanza di volontà politica e al fatto che molti Stati membri preferiscono erigere ulteriori barriere ai propri confini piuttosto che accogliere un maggior numero di persone al loro interno. Attualmente le possibilità di arrivare sul territorio Ue sono poche, e ciò costringe le persone ad affrontare percorsi molto pericolosi mettendo le loro vite in mano a criminali senza scrupoli che sfruttano la disperazione umana. Per questo motivo abbiamo approntato una serie di contatti con gli stati del Nord Africa al fine di giungere a un accordo comune per migliorare la gestione dei flussi migratori e promuovere la mobilità. È stato adottato a tal fine un nuovo Partenariato per la mobilità con il Marocco che include più canali per l’immigrazione regolare’.