28 Marzo 2013

La Via Crucis a San Vitale

 

La Via Crucis a San Vitale
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 12/2013
 
Si è svolta venerdì 22 marzo alle ore 20.30 presso i giardini della Basilica di San Vitale la tradizionale Via Crucis Cittadina.
Perché si è scelto San Vitale lo ha spiegato all’inizio Don Andrea Bonazzi, facendo riferimento all’Anno della Fede che stiamo vivendo: si è pensato a questo luogo che è il più antico della nostra città. Il complesso della Basilica di San Vitale e del Mausoleo di Galla Placidia, con la Basilica di Santa Croce e di Santa Maria Maggiore, è uno dei centri principali della fede della Chiesa Ravennate; è una testimonianza preziosa della presenza cristiana fin dall’epoca antica a Ravenna e in tutto il territorio. La Basilica di San Vitale testimonia nei secoli la centralità dell’Eucaristia presentandoci i sacrifici veterotestamentari di Abele, Melchisedek e Abramo, interpretati dai primi cristiani come prefigurazione del sacrificio di Cristo sulla croce e sulla mensa dell’altare. Se la Basilica di San Vitale pone il mistero eucaristico al centro della vita della Chiesa, il Mausoleo di Galla Placidia annuncia la fede nella Risurrezione: tutti coloro che si nutrono della mensa della Parola e dell’Eucaristia partecipano della morte e della Risurrezione del Cristo in attesa della sua venuta.
E’ stata una Via Crucis insolita perché non ha visto nessun corteo lungo le strade, ma l’attenzione era rivolta ai quadri viventi animati dal Gruppo Scuot RA1 della Parrocchia di San Vittore, che si sono svolti in vari punti del giardino. Attraverso il narratore e altri personaggi che hanno vissuto con Gesù i momenti della Passione e della morte, con l’aiuto di riflessioni e preghiere, si è rivissuta la storia del Figlio di Dio che ci riempie del suo amore infinito. I nostri occhi mentre si svolgevano le rappresentazioni, erano rivolti a quella croce portata dall’Arcivescovo. Come ci ha ricordato il S. Padre Francesco, nel suo inizio di Pontificato: ‘Sappiamo che il cristiano senza la Croce non è discepolo del Signore. Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani’. Sul significato della Croce al termine si è anche soffermato l’Arcivescovo Mons. Lorenzo Ghizzoni, che ha detto come portare la croce sia una gran cosa. Vuol dire saper comprendere il dolore umano, non temiamo la croce di Gesù. La Croce è sorgente di forza, da valore a tutte le nostre fatiche, le nostre sofferenze. La croce è la rivelazione d’amore, è il pegno della nostra speranza, è il pegno della Risurrezione. Ci ricorda ancora Papa Francesco che ‘dobbiamo avere il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo Crocifisso’.
Julles Metalli