
La Marcia per la Vita 2013
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 19/2013
Una canzone recitava: ci son cose che il cuore non scorderà mai….ecco chi ha partecipato alla Marcia per la Vita 2013 non potrà dimenticare di essere stato parte di una folla immensa (stima dei presenti 40000 persone), variegata, chiassosa, con provenienze diversissime, slogan, cartelli e striscioni l’uno diverso dall’altro, ma tutti in qualche modo ‘unidirezionali’: ogni vita umana concepita ha la stessa dignità di ogni altro essere umano e deve essere difesa, aiutata e protetta… e soprattutto non uccisa. Ho letto molti articoli, opinioni e rassegne stampa prima di scrivere questo articolo e c’è qualcosa che ai mass media, sia cattolici che non, è sfuggito: che il popolo dei marciatori non era e non è ‘un popolo bue’.
Per marciare servono le gambe ma erano con noi anche quelli che le gambe non le avevano. Per marciare per la vita serve il cuore e con noi c’erano anche le tantissime persone che impossibilitate a venire erano con noi col cuore. Per marciare serve l’anima di ciò che stavamo testimoniando : il valore di ogni vita umana concepita e con noi c’erano spiritualmente connesse tutte le anime che credono in ciò, anche se non fisicamente presenti nel corpo,…e penso a tutte le persone, consacrate e non, che per motivi pastorali, comunioni, cresime, matrimoni, incombenze familiari e di salute hanno mandato messaggi di sostegno e si sono collegati spiritualmente anche la sera precedente durante la S. Messa, il S. Rosario ed l’Adorazione Eucaristica nella Chiesa dei SS. Apostoli. Per marciare in difesa della vita, di ogni vita occorre la testa che attiva anche le gambe e non è un caso che la marcia sia stata preceduta da un convegno con una ventina di interventi e testimonianze con la presenza tra i relatori e in sala di teologi, moralisti, bioeticisti, medici, psicologi, psichiatri, giuristi, rappresentanti di esperienze di vita di cui poco, anzi quasi per niente, è emerso nei mass media.
Difficilmente sintetizzabili 10 ore di interventi con sfaccettature diverse, in campi diversi ma con un unico scopo: salvare ogni bimbo concepito nella quotidianità e nel luogo in cui ci si trova ad operare. E’ facile tacciare con molti aggettivi il variegato popolo prolife, è facile metterlo sotto un unico cappello magari confondendo le acque affinché vadano ad un mulino di insignificanza intellettuale, è facile che esasperando interessi altri si cerchi di coltivare un solo orticello che solitamente è sempre il proprio…ma la Vita quella vera non si imbriglia… essa scorre solo se al contempo è Verità e Via. E allora è bene ricordare che anche la dimensione della gestione del bene comune è basata sulla dignità di ogni persona e che di quel bene comune fanno parte anche i futuri cittadini senza voto che sono i concepiti. E’ bene ricordare che l’unità dei prolife vi è nella Verità poiché è essa che accomuna anche quando le opinioni divergono, che la diversità arricchisce (soprattutto nelle varie modalità, carismi a seconda delle situazioni in cui ci si trova ad operare) ed è invece la frammentazione per potere che danneggia. Tutto ciò che è accoglienza, carità non solo materiale ma anche intellettuale e spirituale aiuta a rendere migliore il nostro oggi e il nostro mondo futuro. Difendere ogni vita concepita con la mente, il cuore, lo spirito, le azioni, i pensieri anche quando essa è non voluta, malata, indifesa questo l’arduo compito di ogni uomo per difendere la ragionevolezza dell’esistenza umana che ha attraversato il venire alla marcia, lo stare alla marcia e l’impegno di ripartire con la certezza di non essere soli! E allora appuntamento il 4 Maggio 2014 e, nel frattempo, continuiamo a marciare, marciare tutti i giorni per la vita… nella vita di tutti i giorni… per non marcire.
Cinzia Baccaglini