11/03/2015

La giustizia faccia il suo corso

La giustizia faccia il suo corso
 
Dal “RisVeglio Duemila”  N. 10/2015
 
 
L’Arcidiocesi di Ravenna – Cervia si è costituita parte civile nel processo penale nei confronti di Giovanni Desio, prete diocesano chiamato a giudizio con l’accusa di aver commesso atti di pedofilia. L’Arcidiocesi di Ravenna – Cervia ha ritenuto di essere parte lesa all’interno di questa situazione, poiché i comportamenti di Desio sono da ritenersi gravissimi e messi in atto utilizzando il proprio ruolo di parroco e in luoghi che avrebbero dovuto essere al servizio delle anime a lui affidate.
 
In particolare, la Comunità ecclesiale intera si è sentita offesa e ferita da azioni delittuose e moralmente deplorevoli, ancor più perché svolte nei confronti di minori. La costituzione di parte civile vuole sottolineare il giudizio totalmente negativo nei confronti dei fatti emersi dall’indagine e rimarcare che, dopo le vittime, il danno più grave è stato fatto alla comunità ecclesiale.
 
La condotta imputata a Giovanni Desio non ha solamente leso l’immagine della Chiesa locale ravennate, ma ha oltraggiato il ministero sacerdotale e contemporaneamente i tanti sacerdoti e i tanti fedeli che quotidianamente vivono e operano nella comunità ravennate per la promozione della fede e al servizio della Chiesa. Anche la Congregazione per la Dottrina della Fede, cui il caso è stato sottoposto da subito, sta proseguendo i propri lavori e, per la gravità dei fatti, può giungere alla dimissione dallo stato clericale dell’interessato.
 
La Chiesa da sempre è impegnata nella tutela del Bene per tutti, soprattutto dei più deboli e indifesi, e per questo esprime vicinanza all’intera comunità di Casal Borsetti. L’Arcivescovo si recò subito a far visita a quella comunità ed espresse particolare solidarietà e affetto alle vittime delle azioni gravi di cui si è reso responsabile l’ex parroco.
 
Ora attendiamo con fiducia che sia fatta giustizia, anche per le vittime e per le loro famiglie, con le quali finora, corre il dovere precisare, abbiamo ritenuto di non intraprendere contatti diretti in ragione del rispetto delle indagini in svolgimento.
 
 
Enrico Maria Saviotti