La Fede vissuta in Famiglia
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 16/2013
Domenica 21 aprile, S. E. Mons. Lorenzo Ghizzoni ha parlato della ‘Fede vissuta in Famiglia’ con le famiglie della nostra Diocesi, a Ravenna presso la chiesa dei Santi Simone e Giuda; sono state quattro le testimonianze presentate.
Anna e Francesco hanno raccontato la loro toccante esperienza con Maddalena, la figlia affetta da anencefalia (patologia che rende il bambino incompatibile con la vita dopo la nascita), nata il 28 dicembre 2011 e ritornata al Padre dopo circa due ore.La diagnosi venne annunciata loro alla 14esima settimana di gravidanza. Ricevettero forti pressioni da medici, amici e anche da parenti per interrompere la gestazione e ricorrere al cosiddetto ‘aborto terapeutico’, in quanto la vita della bambina era considerata inutile. Il 24 agosto 2011 Anna e Francesco decisero di accogliere Maddalena perché dono e creatura di Dio, desiderando di amarla e accompagnarla fino alla fine della sua vita terrena. Alcuni operatori dell’associazione ‘La Quercia Millenaria’ (che tutela le maternità difficili) sono stati loro vicini durante tutta la gravidanza, nel momento del parto e dopo.
Il messaggio di Anna e Francesco è che nessuna vita è inutile agli occhi di Dio, che è una grave errore trovare nell’aborto la soluzione del problema, qualunque esso sia. Accompagnare la figlia nel suo breve viaggio terreno ha dato loro la serenità necessaria per sopravvivere alla sofferenza della perdita di un figlio, riaprirsi alla vita in breve tempo e avere il coraggio di testimoniare che la croce è pesante da portare da soli, ma con il Signore tutto è possibile. A commento, l’Arcivescovo ha definito la famiglia come comunità d’amore e di vita tra gli sposi, e servizio gratuito alla vita che è sempre dono di Dio creatore: è Lui che decide i modi e i tempi della vita umana. Nella seconda testimonianza, Giuliano, separato dalla moglie, ha definito la nuova situazione molto critica, pur se in rapporti amichevoli anche nel modo di accudire i due figli adolescenti. Ora lui sta facendo un percorso di fede. Per chi vive l’esperienza di una famiglia in difficoltà, ha detto Giuliano, sentirsi accolto e capito nell’ambito della Chiesa Cattolica assume un’importanza vitale. Nuova forza e coraggio gli vengono dal frequentare incontri mensili, rivolti a separati e divorziati, organizzati dall’Ufficio di Pastorale Familiare della nostra diocesi. Oggi c’è un aumento di separazioni seguite da nuovi matrimoni civili, ha detto Mons. Ghizzoni, e la separazione dal coniuge è sempre un dramma. La Chiesa è vicina a queste persone che spesso si sentono abbandonate, e rimangono fedeli alla promessa matrimoniale di essere ‘una sola carne’. Inoltre, nell’unione matrimoniale s’inserisce la grazia di Dio, che agisce anche nella separazione. Daniela e Cooper sono sposati da 12 anni e hanno una figlia di 11. Hanno raccontato i primi tempi felici della vita insieme e poi le difficoltà di coppia, i tentativi di riconciliazione e la partecipazione positiva al Programma Retrouvaille (di aiuto a rinnovare la relazione di sposi che si stanno avviando verso la separazione), che consiste in un fine settimana e una fase successiva di 12 incontri; un percorso della durata complessiva di circa tre mesi. E’ promosso dall’Ufficio Nazionale di Pastorale Familiare, nella persona di Don Paolo Gentili.
L’Arcivescovo ha sottolineato che in questi casi gli interventi umani possono aiutare, ma bisogna credere che la missione del matrimonio è un dono potente di Dio e il bene comune è il progetto divino da costruire insieme. Lucia e Mauro hanno raccontato come la fede abbia guidato e sostenuto la loro esistenza dentro e fuori la famiglia, sperimentando che dove entra Gesù la vita è diversa. In conclusione, Mons. Ghizzoni ha elencato i fini che permettono di costruire il bene comune e dimostrare che, col sostegno di Dio, il matrimonio cristiano è realizzabile. Servono: comunione di vita e d’amore tra i coniugi (passaggio dal ‘tu’ al ‘noi’); indissolubilità (per sempre); fedeltà (al progetto di vita da sposi); fecondità (generare e educare i figli alla fede, o l’adozione). Un momento di preghiera con le tante famiglie presenti e di piacevole conversazione, allietata dal gradito buffet, hanno chiuso l’incontro, stimolante e a tratti commovente.
Stefania Bonadonna