La Chiesa annuncia il Vangelo del Matrimonio
L’intervento di Mons. Solmi per l’inaugurazione del Consultorio Familiare
Dal “RisVeglio Duemila” N. 41/2014
“Il matrimonio oggi: un tesoro in vasi di creta”
È il titolo della conferenza tenuta da Mons. Enrico Solmi, vescovo di Parma e presidente della Commissione Episcopale per la famiglia e la vita, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede del Consultorio Familiare “Associazione pro Familia” della nostra Diocesi, venerdì 31 ottobre nella sala Don Minzoni del Seminario Arcivescovile di Ravenna.
Ecco una sintesi di quanto Mons. Enrico Solmi ha posto in rilievo nel suo intervento, spaziando anche su alcuni temi affrontati dal recente Sinodo sulla Famiglia.
Dal Sinodo sono riecheggiati i grandi problemi “mondiali” della famiglia: persecuzioni, povertà, demografia, guerra, la caduta dei valori. Tutti i Padri sinodali sono stati concordi sulla preziosità della famiglia.
Il mondo giovanile è segnato dalla grande precarietà del lavoro creando molte difficoltà alla loro crescita. I giovani bruciano tutte le tappe dell’affettività e della sessualità poi arrivano a una sospensione del loro futuro per la mancanza del lavoro. Gli adulti, spesso, non aiutano i giovani nei passaggi fondamentali; nel lavoro, non lasciano spazio ai giovani e non vogliono fare gli adulti: questo è “precarietà”.
Il lavoro è un grande problema per i giovani, specialmente al sud, dove chi può va fuori, altri non lo cercano neanche più. Il lavoro, inoltre, è parte importante per sviluppare un progetto di famiglia e possedere una casa, come ha affermato di recente Papa Francesco. Queste difficoltà e paure, generate dall’instabilità, precarietà, non aiutano i giovani ad avere una prospettiva per il futuro. Tutto questo ingenera nei giovani la convivenza piuttosto che una famiglia stabile.
Eppure il 70% dei giovani italiani considera la famiglia un pilastro essenziale della propria vita, in particolare il 67% la ritiene fondata sul matrimonio. La grande maggioranza dei giovani ha tra i propri progetti di vita, la realizzazione di una famiglia con due figli o più. Questo dato conferma ulteriormente come la bassa fecondità italiana non sia una questione di desideri e progetti, ma di possibilità di realizzarli con il sostegno e le politiche adatte.
Tutto questo è stato motivo di riflessione nel Sinodo e tutto il pianeta ne è coinvolto.
La scelta di rinnovare il Consultorio diocesano, in questo momento storico, è coraggiosa e in controtendenza.
Quale prospettiva, allora?
È importante un Consultorio capace di trasmettere contenuti per acquisire capacità di fare famiglia, insieme alla pastorale familiare, promuovendo percorsi su: preparazione remota al matrimonio, educazione all’affettività; il tutto rivolto ai giovani e alle comunità cristiane che li accompagnano. Questo richiede alla nostra pastorale di rimodellarsi.
Negli anni settanta ci si domandava: perché sposarsi in Chiesa?
Negli anni novanta: perché sposarsi?
Oggi ci si chiede: perché essere maschio e femmina?
Siamo davanti a una crisi, a un passaggio e si deve fare i conti con un non riconoscimento della famiglia a livello sociale.
La Chiesa deve annunciare il Vangelo del Matrimonio e ancora di più, la famiglia come Vangelo.
Il servizio del Consultorio va messo insieme alla pastorale della famiglia, al tribunale ecclesiastico, per aiutare a formare le persone, per affrontare anche i temi più spinosi, come la teoria gender. Questa collaborazione richiede stima vicendevole e dialogo.
È molto importante il percorso di consulenza perché è in grado di accompagnare le persone accogliendole, sostenendole e valorizzandole. L’équipe che lavora al suo interno, ha lo scopo di presa in carico globale della persona (psicologica, sociale, legale), non solo verso il singolo, ma anche nelle dinamiche familiari. Il Consultorio ha la possibilità di soccorrere chi è in difficoltà, dando anche un supporto con proposte di esperienze pastorali.
Diacono Edo Assirelli