19 Settembre 2013

La 47° Settimana Sociale dei cattolici italiani

La 47° Settimana Sociale dei cattolici italiani
 
Dal ‘RisVeglio Duemila’  N. 34/2013
     
Da Torino la rappresentanza di Ravenna torna sentendo il compito di tenere un buon collegamento fra le nostre esperienze locali e le grandi esigenze emergenti in campo nazionale, quali ad esempio: dare più respiro al compito di ammortizzatore sociale svolto in questi anni dalla famiglia anche guardare in faccia i grandi problemi collegati alla denatalità in Italia; tentare di affiancarsi a Papa Francesco nel cogliere e alimentare quelle radici di speranza di cui oggi si sente tanto bisogno. Alla 47° Settimana Sociale dei cattolici italiani, svoltasi a Torino dal 12 al 15 settembre, questi temi sono stati caldamente condivisi da validi relatori, con circa 1300 rappresentanti di tutte le diocesi nazionali. Suona gradito e forte l’appello del Pontefice fatto all’Angelus di domenica 15: ‘Avanti su questa strada della famiglia’. Ravenna è chiamata a coinvolgersi attorno a questa sollecitazione del Papa.
 
Don Alberto Graziani – Vicario Generale 
 
 
 
 
Una società che non investe nella famiglia non investe nel suo futuro e si limita ad affrontare emergenze e allocare risorse senza un chiaro progetto. Questo il messaggio forte che viene dalla 47° settimana sociale dei cattolici italiani, tenuta a Torino dal 12 al 15 settembre. La famiglia, infatti, non è solo il luogo degli affetti, come per lungo tempo ci hanno indotto a pensare ma, in primis, un soggetto economico che produce capitale umano, sociale e relazionale, che ha consentito di ammortizzare gli effetti nefasti della crisi economica mondiale, supplendo alle difficoltà che derivano dall’enorme disoccupazione giovanile e dalla perdita del lavoro di tante persone. Ma ora non ce la fa più.
 
L’ammortizzatore è stato ‘sgonfiato’ da anni di assenza di appropriate politiche e da scelte fiscali non eque e miopi. Da qui l’ineludibile necessità di attenzione nei riguardi delle famiglie in tutti i campi, dal sociale all’economico sino al fiscale, per far fronte a una emergenza che, se non affrontata per tempo, e già si è in forte ritardo nei confronti dell’Europa, porterà a conseguenze pesantissime all’intera società italiana. Come ha detto Papa Francesco nel suo messaggio di saluto all’inizio dei lavori, la famiglia ‘non interessa solamente i credenti ma tutte le persone di buona volontà che hanno a cuore il bene comune del Paese’. Da tutto ciò emerge un imperativo: partire, senza arroganza, ma con coraggio e determinazione. Non possiamo restare fermi, dobbiamo impegnarci. Proprio perché si tratta di costruire il futuro anche l’impegno politico va recuperato, oltre a quello ecclesiale. Ogni laico, inoltre, è chiamato ad agire riscoprendo il proprio apostolato pastorale, ovvero ognuno deve impegnarsi secondo i talenti ricevuti. Non si parte quando si è pronti ma quando si è chiamati. Incamminiamoci allora con fiducia in questa importante missione, per andare a servire, con umiltà e senza paura di andare controcorrente, quest’ora della storia, l’ora più bella perché è l’ora che il Signore a dato a ciascuno di noi. Affidiamoci a Lui perché con il Suo aiuto ce la faremo. 
 
Edo, Mirella Assirelli e Luciano Di Buò – Delegati diocesani
 
 
Pubblicheremo un approfondimento nella prossima pagina dell’Ufficio Famiglia.