Incontro a Stella Maris: Cosa manca realmente all’Africa?

Incontro a Stella Maris: Cosa manca realmente all’Africa?
 
Dal ‘RisVeglio Duemila’  N. 28/2013
     
Nell’ambito della rassegna ‘I venerdì a Stella Maris’, lo scorso 12 luglio la comunità parrocchiale di Milano Marittima ha incontrato il Francescano Giscard Kevin Dessinga ‘ saggista, romanziere e drammaturgo originario del Congo-Brazzaville ‘ che ha presentato la sua ultima fatica letteraria: il saggio ‘Cosa manca realmente all’Africa? Il racconto di una storia negata’(GruppoAlbatros Il Filo, 2013).
 
È il suo primo libro scritto in italiano come omaggio al Bel Paese dal quale si è sentito profondamente accolto e pone la questione dell’Africa, la sua Africa, in modo schietto e lucido, prendendo le distanze da quella ipocrita visione del continente nero dove fame e povertà sono rappresentate come una fatalità da combattere con l’appello ai buoni sentimenti. Perché l’Africa è ricca, ma vittima di un sistematico saccheggio delle sue risorse, favorito dalla zelante disponibilità degli esecutivi locali e da un popolo debole e sfruttato. Per spiegare le cause dell’endemica situazione, l’autore presenta nel suo libro la teoria delle tre ‘C’: complicità internazionale, il neocolonialismo e le multinazionali; complicità nazionale, corruzione e avidità dei politici locali che possiedono enormi ricchezze mentre il popolo soffre; complicità personale, l’incapacità degli africani di mettere la parola basta a secoli di sfruttamento, di conquistare l’indipendenza e di conseguenza anche la sovranità alimentare. ‘Con l’Unità d’Italia, Massimo Tapparelli dichiarò che fatta l’Italia bisognava fare gli italiani ‘ scrive Dessinga ‘ ora si tratta di unire l’Africa e fare gli africani’. Ma come? L’autore risponde con un’altra teoria, quella delle tre ‘P’: Parola di Dio, per aprire il cuore degli uomini; prestazione intellettuale e culturale, per combattere l’ignoranza; prontezza nella condivisione, perché l’uomo che incontra Dio e supera l’ignoranza non può essere avido. Una ricetta che si adatta bene tanto ai fratelli africani quanto a noi quando ignoriamo il vero volto della sofferenza dei nostri simili e giriamo la testa dall’altra parte di fronte alle nostre responsabilità in questo fratricidio. ‘Caino, dov’è tuo fratello Abel?’. Dessinga ci chiede se abbiamo il coraggio di rispondere a questa domanda e attraverso il suo saggio ci invita a conoscere per amare, offrendoci un prezioso strumento ricco di spunti per ripensare alle tematiche più attuali, come l’immigrazione; per condividere il desiderio di felicità, che è un diritto di tutti gli uomini e per renderci più consapevoli, nei piccoli come nei grandi gesti, che la gioia non è tale se non è condivisa con il prossimo.
 
Veronica Tondelli