Inaugura sabato 29al Museo Arcivescovile “Lacrime” di Lucia NanniDal “RisVeglio Duemila” N. 39/2016 I fili della memoria, oltre la storiaUna riflessione contemporanea sul vivere e sul morire. Un modo per custodire e curare la memoria collettiva, che nasce dall’incrocio e dall’incontro dei fili delle vite delle persone. Un modo per ricordare e far rivivere, in un periodo dell’anno, novembre, nel quale il pensiero va spesso ai propri cari defunti. Questo è “Lacrime” la mostra delle opere di Lucia Nanni che inaugurerà sabato 29 ottobre al Museo Arcivescovile (ore 16), a palazzo Rasponi dalle Teste (ore 17) e al Museo Nazionale di Ravenna (ore 18.30) e poi al Museo Luigi Varoli di Cotignola, il giorno successivo, 30 ottobre, alle 18. Una mostra che si articola su più sedi e che coinvolge varie istituzioni (comune di Ravenna, comune di Cotignola, diocesi di Ravenna-Cervia, museo Nazionale), a cura di Massimiliano Fabbri, conservatore del Museo Varoli, e di Giovanni Gardini, conservatore del Museo Arcivescovile, per favorire e quasi “seminare” una riflessione collettiva sulla morte in città, molto più profonda delle banali rappresentazioni che sempre più spesso si fa su questo tema. La morte nell’opera di Lucia Nanni fa rima con memoria, e quindi con vita, legame tra le generazioni.“Tutto parte da una passeggiata dell’artista al cimitero monumentale di Ravenna e da una sosta davanti all’ossario che poi diventerà un’abitudine – racconta Giovanni Gardini –. Osservando le foto raffigurate nell’ossario, che risalgono al periodo tra la metà dell’800 e la fine degli anni ’90 del XX secolo, Lucia Nanni ha sentito la necessità di custodire la memoria delle persone raffigurate in queste foto, che pian piano stanno svanendo. E ha iniziato a riprodurre i volti che vedeva, con la sua macchina da cucire”.Ne è nata una collezione di oltre 200 ritratti che emergono dall’intreccio di fili di cotone con vari materiali: tulle e canapa, ognuno diverso dall’altro, come le persone di cui restituiscono la memoria. Dal bambino che dorme, al giovane stroncato nel fiore degli anni, dai volti austeri di fine Ottocento, alle capigliature in voga negli anni ’70. Un tema universale e allo stesso tempo attuale, soprattutto se associato a quelli di altre morti “invisibili” come le migliaia di vittime dei naufragi di migranti nel Mediterraneo, che verrà affrontato il 4 novembre, nel primo degli eventi organizzati collateralmente alla mostra. All’interno delle varie sedi espositive le opere della Nanni hanno trovato una collocazione in dialogo con le altre opere in mostra, e quindi con la città: “Al Museo Arcivescovile ho tentato di mettere in dialogo i volti di Lucia creati con il tulle (che quindi hanno l’effetto di riflettersi sul marmo dei lapidari) con le antiche steli custodite al museo, per far riemergere altri volti e storie nascoste in quelle epigrafi, che di solito sono piuttosto oggetto delle dispute degli studiosi”. Al Museo Nazionale invece le opere della Nanni dialogheranno con le “steli Classensi”. A Palazzo Rasponi si produrrà un interessante esperimento di inversione degli equilibri sociali perché “i volti dei personaggi di Lucia non avrebbero mai potuto in vita accedere ai piani nobili di un palazzo così”. E infine al museo Varoli le tele dialogheranno con i “mascheroni” e gli spazi vuoti che caratterizzano quello spazio espositivo. “All’inizio, quando mi hanno parlato di questo progetto non ero del tutto convinto – rivela l’arcivescovo Lorenzo – poi ho visto uno dei volti realizzato dall’artista e ho trovato che fosse un’opera d’arte. È un momento intenso, questo, un momento di riflessione aiutata dalla visite che molti fanno ai propri defunti. E quando viene a mancare una persona cara, è proprio l’immagine che si sceglie per il ricordo che parla di lei. È quella che ci rimane impressa di tutta la persona, della sua storia. Ecco perché credo che questa raccolta di immagini possa aiutare la riflessione”.“E’ un progetto delicato e orientato alla cura al prendersi cura – ha spiegato l’assessore alla Cultura Elsa Signorino –, che ha ancora più valore perché questo avviene nei confronti di chi non c’è più. Un’opera di memoria collettiva e restituzione dell’identità che ha anche un valore civile. Ma questo progetto è importante anche perché ci ha permesso di costruire e sperimentare una rete, relazioni virtuose tra enti locali e tra istituzioni culturali che non possono che arricchirci e accrescono l’offerta culturale per tutti”. “E’ un progetto che forse per noi ha un significato in più – ha aggiunto il sindaco di Cotignola Luca Piovaccari –. Siamo un comune di campagna che però negli ultimi anni ha lavorato molto sull’arte contemporanea. E questo ha a che fare con il tentativo che facciamo di ricostruire una memoria collettiva che in parte si è persa perché il nostro paese è stato raso al suolo durante la seconda guerra mondiale. Il museo Varoli è proprio uno dei nostri luoghi della memoria”. Gli eventi collateraliIl primo degli eventi collegati alla mostra è in programma il 4 novembre. A Ravenna, a Palazzo Rasponi dalle Teste, alle 18 una conversazione con il direttore della Caritas di Agrigento, Valeri Landri dal titolo “Chi è il mio prossimo?”. Introduce don Alain Gonzalez Valdes, delegato diocesano per la Carità. Alla sera, poi, alle 21 nella Basilica di San Francesco verrà riproposto lo spettacolo “Rumore di acque”, di Marco Martinelli, con Alessandro Renda (musiche di Guy Klucevsek, coproduzione Ravenna Festival, Teatro delle Albe, Ravenna Teatro, col patrocinio di Amnesty International). L’ingresso è libero. Le offerte saranno devolute a favore del progetto “Protetto a casa mia” promosso dalla Caritas in colaborazione con la parrocchia di San Biagio.Giovedì 10 Novembre, alla Sala don Minzoni, alle 18 sarà proiettato il film “Sussurri e Grida“di Ingmar Bergman. Alle19.30 buffet solidale in collaborazione con la Caritas e il Centro Missionario, e alle 20.45 una conferenza di Andrea Grillo, docente di teologia dei sacramenti e filosofia della religione al Sant’Anselmo di Roma su “Seppellire i morti: cultura e misericordia”.Giovedì 17 novembre, alle 17.30 sempre alla sala Don Minzoni, in programma la presentazione del catalogo “Lacrime”, Longo Editore con lo storico e critico d’arte Alessandro Giovanardi. Sarà presente l’artista. Contemporaneamente sarà proposto un laboratorio filosofico su “Pratiche di vita sulla morte”, a cura di Barbara Piani, consulente filosofica dell’Ufficio per la Pastorale della Cultura in tre appuntamenti (dalle 16.30 alle 18.30): sabato 5 novembre (“Dialogo con i volti di Lucia Nanni), sabato 12 novembre (“Riflessioni tra collettivo e privato”) e infine sabato 19 novembre (“Lectio dei filosofi antichi sulla morte”). La partecipazione ai laboratori è libera, prenotazione obbligatoria: tel. 347-7617954. Il laboratorio si svolgerà nella sala di Radio Ravegnana.Gli eventi a cura del Museo Nazionale partiranno invece martedì 8 novembre. E prevedono (sempre alle 17), martedì 8 “Note sui Lapidari di Ravenna”, una conversazione con Alessandro Bazzocchi, ricercatore; mercoledì 16 novembre (“Oltre la vita. Il ritratto nella scultura dall’età Barocca al XIX secolo”) un incontro con Emanuela Fiori, direttore del museo Nazionale; e martedì 22 “Volti e figure. Il ritratto nella storia della fotografia” con Luigi Tomassini. Domenica 13 novembre, a Cotignola, infine, l’ultimo evento promosso dal Museo civico Luigi Varoli: una visita guidata con l’autrice e il curatore accompagnata da musica e rappresentazioni. Daniela Verlicchi
Inaugura sabato 29 al Museo Arcivescovile “Lacrime” di Lucia Nanni
