Il Vangelo della Notte di Natale

Il Vangelo della Notte di Natale
 
Dal “RisVeglio Duemila”  N. 47/2014
 
 
Is 9, 1-3. 5-6; Salmo 95;  Tt 2, 11-14;  Luca 2, 1-14
Lo stupore diventa gioia adorante
 
Nella liturgia della Messa della notte, una cosa è necessaria: una grande semplicità. Diceva Einstein: Chi non riesce più a provare stupore e meraviglia è già come morto e i suoi occhi sono incapaci di vedere. Solo ogni uomo “semplice “che è capace di stupirsi sempre e di nuovo di fronte al mistero annunciato dagli angeli ai pastori, può entrare nella gioia di questa notte. Lo stupore è la porta per entrare nell’adorazione e nella gioia del Natale.
C’è un personaggio nel presepe classico che raffigura questo sentimento dello stupore così prezioso: lo stupito. E’ un pastorello con la bocca spalancata, le braccia aperte con il cappello in mano: offre al Signore solo la sua meraviglia. Il canto del “Gloria” che finalmente riprende a risuonare nella chiesa e fa eco alla lode degli angeli, ben esprime questo stupore: Gloria Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama.
Questa meraviglia piena di gioia è più che giustificata di fronte al miracolo del Natale: Dio si fa uomo come noi! La notte di Natale è la notte dello stupore per l’annuncio, la “buona notizia”, la Parola che risuona nel mondo. Un Vangelo, una Parola, un Verbo così chiari e potenti così ben espressi, che si fanno “carne”, presenza umana, concreta, incontrabile.
 
Il Verbo di Dio si fa carne per farsi udire. La Luce si fa carne per farsi vedere.
 
Il Vangelo, la Buona Notizia ci raggiunge attraverso un Bambino, nella carne di un Uomo. 
 
Il Verbo ci parla, possiamo ascoltarlo.  La Luce si mostra, possiamo vederla.
 
E’ Gesù il figlio di Dio e di Maria! E rinasce la speranza, le tenebre della vita sono rotte da una grande Luce! In questa notte, mentre lo spirito delle tenebre avvolge il mondo, si rinnova l’avvenimento che sempre stupisce e sorprende: Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce (Is 9,1). In questa notte, come un fascio di luce chiarissima, risuona anche l’annuncio dell’Apostolo: È apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini (Tt 2,11). La grazia che è apparsa nel mondo è Gesù, nato dalla Vergine Maria, vero uomo e vero Dio. Egli è venuto nella nostra storia, ha condiviso il nostro cammino. In Lui è apparsa la grazia, la misericordia, la tenerezza del Padre: Gesù è l’Amore fattosi carne. In questa Notte condividiamo la grande gioia annunciata dagli Angeli: Dio ci ama, ci ama tanto che ha dato il suo Figlio come nostro fratello, come luce nelle nostre tenebre. Gli angeli hanno detto ai pastori: “Non temete”, e anch’io lo ripeto a tutti noi: non dobbiamo temere! Il nostro Padre è paziente, ci ama, ci dona Gesù. Egli è la luce che rischiara le tenebre. Egli è la misericordia che ci perdona sempre. Egli è la nostra pace. Anch’io voglio, come il pastorello del presepe, restare a bocca aperta, le mani vuote per offrire solo il mio stupore in adorazione davanti al Mistero del Natale del Signore.