17/11/2013

Il secondo Cafè Teologico

Il secondo Cafè Teologico
 
Dal ‘RisVeglio Duemila’  N. 42/2013
 
 
Il secondo appuntamento del Cafè Teologico (venerdì 8 novembre al Santissimo Redentore) lo spazio per trattare gli argomenti scottanti della ragione e della fede con l’aiuto di relatori competenti, ha visto la partecipazione di Chiara Mantovani, un medico specializzato in bioetica, membro di Scienza e Vita e di Alleanza Cattolica, che ha trattato il tema Le pillole contraccettive uccidono? davanti a un pubblico di quasi duecento persone, per lo più giovani tra i venti e i trent’anni. Il caso delle morti di donne per trombosi venosa e altre malattie cardiovascolari dovute alle pillole contraccettive è stato sollevato dal quotidiano francese Le Monde nel dicembre 2012: tramite un’inchiesta, è emerso che le pillole di terza e quarta generazione sono molto più rischiose (si parla di 4-6 casi di trombosi su 10mila donne, contro i 2-3 delle pillole precedenti) e che ci sono degli evidenti conflitti di interesse tra i ginecologi opinion leader e le case farmaceutiche.
 
La dottoressa Mantovani ha spiegato la differenza tra contraccezione, intercezione e contragestazione, mettendo in luce come spesso venga distorto il significato delle parole dagli stessi medici: se si tratta di intercezione, la pillola impedisce l’annidamento facendo in modo che l’utero sia inospitale per la cellula uovo fecondata dallo spermatozoo, che è dunque divenuta zigote, l’essere umano nel suo stadio iniziale; quando poi si parla di pillola del giorno dopo, o dei cinque giorni dopo, o della RU486, siamo davanti a un vero e proprio aborto chimico, perché si attiva il meccanismo della contragestazione e lo zigote che già ha cominciato ad annidarsi nell’utero viene spazzato via dalla mucosa uterina, che si sfalda sotto l’azione degli estroprogestinici. Il problema è che queste pillole rientrano comunque nell’etichetta della ‘contraccezione di emergenza’, nonostante l’azione di morte che provocano sullo zigote e i rischi che le donne corrono nell’assumere sostanze chimiche che di fatto non curano nessun disturbo, anzi!
 
Che cosa resta del senso dell’affettività e della sessualità, o della capacità di assunzione di responsabilità, se in commercio esistono le pillole anticoncezionali colorate appositamente ideate per le ragazzine, che sulla confezione rosa ritraggono il fumetto della bellissima Principessa Pesca? Il caso della Gran Bretagna mostra chiaramente che non serve puntare sulla contraccezione fine a se stessa, perché di fatto gli aborti sono aumentati: svalutando l’importanza della sessualità, non resta che una mentalità di fondo in cui prevale l’idea del sesso facile e giocoso. D’altra parte, la morale sessuale della Chiesa non afferma che la procreazione sia l’unico senso del rapporto sessuale, come ci vogliono far credere tanti luoghi comuni. Solo nella famiglia, la cellula in cui si impara a donarsi totalmente per amore, l’unione tra due corpi ‘ che sono anche due anime ‘ acquista il suo senso più pieno e si può davvero mettere in comune tutta la persona: se si perde quel senso di dono di ogni parte di sé, anche un rapporto matrimoniale si svaluta di quel valore sacro che da sempre la Chiesa gli attribuisce.
 
 
Caterina Gemelli