Il rinnovamento della Catechesi: 2° Incontro

Il rinnovamento della Catechesi: 2° Incontro

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 37/2011
 
Seconda lezione del Corso di formazione per catechisti
‘Le fonti della catechesi’
 
Martedì 4 ottobre si è svolto il secondo dei cinque incontri previsti per il Corso di formazione dei catechisti: ‘il rinnovamento della Catechesi’  presso il Seminario Arcivescovile di Ravenna.
Il relatore è stato Don Valentino Bulgarelli, direttore dell’Ufficio Catechistico di Bologna.
Egli ha evidenziato i motivi per cui, oggi, c’è bisogno di un popolo formato; aver messo a tema il rinnovamento della catechesi è una testimonianza viva del cammino della Chiesa negli ultimi quarant’anni.
Fermarsi a riflettere sul Documento Base è prezioso in quanto tanti aspetti che il testo sottolineava devono ancora essere applicate: per esempio la catechesi degli adulti.
Il capitolo esaminato Da Don Valentino parla delle fonti della catechesi .
Il sesto capitolo del Documento Base in ciò è chiaro: le fonti sono quattro.
La prima è la Scrittura, cioè la Parola di Dio nel Vecchio e Nuovo Testamento.
La seconda è la tradizione, come luogo vivo di incontro con Dio, luogo in cui questa parola risuona.
La terza è la liturgia: il celebrare è già una catechesi in atto. Ogni verità di fede entra nell’atto liturgico.
La quarta sono le opere del creato che parlano di Dio: la creazione come fonte di catechesi che culmina nell’uomo. La persona come fonte di catechesi per cui i ragazzi non sono più contenitori di nozioni ma loro, con la loro vita, sono fonti di catechesi .
La scrittura come fonte: occorre ermeneutica cioè una corretta interpretazione .
Non tutta la scrittura è utile per il catechismo.
Finalità prima dell’azione catechistica è la trasformazione del destinatario non la sua deformazione. Il Documento Base dà una scelta di brani adatti a tale fine: la storia della salvezza, ne sottolinea i personaggi per cui la vicenda di Pietro è la mia vicenda, la vicenda di Giuda è la mia vicenda’ Si tratta di uomini che cambiano dopo l’incontro con Gesù. Tale linguaggio ha la forza non di imporre la fede ma di aiutare a costruire un itinerario di senso.
Oggi dobbiamo transitare verso la narrazione-linguaggio intesa come un intreccio di tre storie: la storia di Dio che si rivela, la mia storia che accoglie questo Dio e la storia del destinatario. Attivare una proposta biblica come narrazione che tiene conto di tali tre fonti è catechismo. Nel vangelo di Giovanni la storia di Tommaso inizia già nel capitolo della risurrezione di Lazzaro dove egli esprime amore incondizionato a Gesù che non impedisce però l’arrivo del momento di rottura in cui la sua fede sembra vacillare di fronte alla testimonianza degli Apostoli che hanno ‘visto’ il Gesù risorto .
Ecco un esempio di narrazione . Qui posso agganciarmi con la mia vita: quali sono i punti di rottura della mia esperienza di fede? Quando ho cominciato veramente a credere? Esiste una autobiografia della mia fede?
La liturgia è una professione di fede in atto e come tale va recuperata come fonte essendo una sequenza di gesti e di parole che evangelizzano. La liturgia deve essere uno spazio vitale dove partecipano tutte le persone, dagli anziani ai bambini. Le fonti citate devono interagire.
Da ultimi i verbi della esperienza credente: cercare; in Giovanni è la prima parola di Gesù: chi cercate? I Magi cercano il Gesù attraverso il creato. Maria e Giuseppe cercano Gesù che si è perso al tempio. Cercare è un verbo della fede.
Altro verbo è: vedere. Gesù dice: venite e vedrete. Il centurione sotto la croce fa professione di fede non per ciò che ha sentito ma per ciò che ha visto.
Poi, ricordare: l’esperienza dei discepoli che si ricordavano e credevano .
Paolo sottolinea che non ci può essere vita credente senza la memoria dei propri passaggi di fede. Un grazie a Don Valentino Bulgarelli, sempre molto chiaro ed illuminante.
Rossella Bassi