Il Prof. Andrea Grillo all’ultimo incontro del Corso Diocesano

Il Prof. Andrea Grillo all’ultimo incontro del Corso Diocesano
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 46/2012
 
Parlare del Concilio Vaticano II, anche dopo cinquant’anni, non è facile.
In primo luogo perché, come la bimillenaria esperienza cristiana insegna, mezzo secolo è un periodo non sufficiente affinchè un Concilio Ecumenico possa sviluppare tutte le sue potenzialità.
Va inoltre detto che, ancora oggi, agli inequivocabili pronunciamenti papali in favore della così detta ‘ermeneutica della continuità‘, si oppone non solo chi ritiene di poter leggere nel Vaticano II un momento di rottura con la tradizione dottrinale e disciplinare precedente, ma anche chi, al contrario, di questo Concilio nega la ricchezza e la fecondità di cui esso è stato indubbiamente portatore.
Per questo motivo, lunedi scorso, nel recarmi alla Chiesa dei Santi Simone e Giuda, per l’ultimo appuntamento del Corso Diocesano ‘Gesù è il Signore: per una fede annunciata, testimoniata e vissuta’, mi chiedevo, con una buona dose di superficialità, a quale corrente di pensiero aderisca il relatore della serata, il prof. Andrea Grillo, chiamato a commentare la ormai celebre frase dell’allora cardinale Joseph Ratzinger ‘il rapporto con la liturgia decide il futuro della fede e della Chiesa‘.
Penso che il suo intervento, centrato sulla riforma della liturgia fondata sui contenuti della Costituzione ‘Sacrosanctum Concilium’, abbia dimostrato quanto possa essere arbitrario il voler racchiudere ad ogni costo il pensiero di una persona all’interno di schemi preconfezionati, di per sé insufficienti a rendere tutte le infinite sfumature interpretative di un evento epocale quale fu il Concilio voluto dal Papa ‘buono’.
Ed è proprio partendo dalle motivazioni della sua indizione, contenute nella ‘Gaudet mater Ecclesia‘ di Papa Roncalli, che si dovrebbe partire per cercare di cogliere quello spirito profetico che, lungo tutta la durata del consesso, pervase e guidò le centinaia di operatori che vi profusero il loro impegno. E va subito detto che la forza dello Spirito riuscì comunque ad imporsi anche a quelli che (purtroppo non mancarono!) avrebbero voluto condizionare negativamente l’evento.
Della riforma liturgica, che è il portato senz’altro più innovativo del Vaticano II, Grillo ha evidenziato gli aspetti salienti e le sfide che propone.
E’ forse nella tanto fraintesa ‘partecipazione attiva’ al rito della Messa, inaugurata dalla Sacrosanctum Concilium, che è dato cogliere con maggiore evidenza il ritorno alla sostanza del depositum fidei, sostanza intesa come ciò che da nutrimento alla Chiesa rivitalizzando la Tradizione.
Grillo è un convinto sostenitore di questa nuova ritualità che è andata ad omogeneizzare comportamenti che, nei tempi e nei luoghi, si erano fatti sempre più diversi tra loro e distanti dall’autentico spirito della celebrazione eucaristica.
Una nuova dimensione, quindi, con al centro l’Eucaristia, e nel cui alveo, pur con una ministerialità distribuita, i fedeli tutti partecipano comunitariamente al medesimo atto liturgico. Cosa ben diversa dalla frammentazione che, come ricordatoci dal relatore, contraddistingueva la ritualità pre-conciliare, nel cui ambito era ormai venuta meno la dimensione comunitaria, quel partecipare, pur magari con diversi ruoli, ad un medesimo gesto rituale.
I lunghi tempi, inevitabilmente necessari prima che si possa giungere ad una piena estrinsecazione di tutte le potenzialità del Concilio, saranno connotati da inevitabili sfide, soprattutto per i colpi di coda dell’inerzia pre-conciliare che cercheranno di opporsi al ‘nuovo’ (nella continuità!), cercando di persuadere i fedeli della non necessità e comunque della non sufficienza della riforma liturgica.
Forse i figli dei nostri figli potranno beneficiare, un giorno, della pienezza di doni di questa ‘grande grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel XX secolo‘ (Giovanni Paolo II) e, perché no?, potranno leggerla per quello che realmente è, il coerente sviluppo di un cammino di fede iniziato da ben duemila anni.
Sirio Stampa