7 Febbraio 2014

Il pellegrinaggio in Terra Santa

Il pellegrinaggio in Terra Santa
 
Dal ‘RisVeglio Duemila’  N. 5/2014
 
 
Dal 28 dicembre al 4 gennaio scorsi si è realizzato un Pellegrinaggio in Terra Santa, promosso dall’Ufficio Viaggi e Pellegrinaggi della nostra Diocesi e guidato dall’Arcivescovo emerito, Mons. Giuseppe Verucchi. Il gruppo dei partecipanti era composto da pellegrini ravennati e del modenese. In merito pubblichiamo la seguente testimonianza.
 
Ci siamo!!
Natale è appena passato, abbiamo ancora nel cuore il calore della Natività e nella mente l’emozione dei mesi di attesa di questo momento quando ci ritroviamo, sabato mattina, che l’alba è ancora lontana a partecipare alla Messa tramite la quale Mons. Verucchi, con la sua omelia, ci fa entrare subito nel pellegrinaggio.
 
Poi l’autobus che da Fiorano ci porta a Bologna, l’incontro con gli amici di Ravenna e di Castelfranco  l’attesa delle operazioni d’imbarco, il decollo e dopo quattro ore di volo finalmente l’arrivo a Tel Aviv: siamo in Israele !!
 
Quando usciamo dall’aeroporto è praticamente già buio e c’è Hatem che ci aspetta con il suo pullman per portarci in giro tutta la settimana così, dopo circa due ore di viaggio e l’inizio delle spiegazioni di Mons. Verucchi relativamente ai luoghi che stiamo attraversando, siamo a Nazareth.
 
Dopo cena, subito la prima proposta: partecipare alla processione con recita del rosario che fanno solo di sabato sera presso la basilica della Natività. Non possiamo perderla, nemmeno se pioviggina un po”
 
Veniamo ampliamente ripagati dal coinvolgimento ai riti e dall’emozione che proviamo quando, al termine di questi, ci ritroviamo davanti a quella grotta in cui l’Angelo ha annunciato a Maria che Gesù, tramite lei, nascerà per tutti noi.
 
Il giorno dopo si riparte di buon’ora: Nazareth, Monte Tabor, Cana con il rinnovo delle promesse matrimoniali per le coppie presenti e lunedì lasciamo la città della famiglia di Gesù per andare sul lago di Galilea e al monte delle Beatitudini.
 
Tutto attorno a noi si respira un’aria speciale. Quasi non ci accorgiamo della tanta gente che ci circonda, viviamo nell’immersione di quel vangelo che abbiamo letto tante volte, di quei capitoli che ora stanno prendendo forma e i luoghi che avevamo immaginato ora sono qui, davanti a noi, resi ancora più belli al pensiero che il Signore ha percorso queste strade, dormito in queste case, visto con i suoi occhi ciò che stiamo vedendo noi oggi.
 
Il quarto giorno partiamo da Gerico e andiamo subito sulle rive del Giordano per rinnovare le nostre promesse battesimali con l’acqua di quel fiume in cui Gesù si è fatto battezzare e quando Mons. Verrucchi ha preso quell’acqua con le fronde di quegli alberi per disperderla sui nostri capi mentre cantiamo l’inno al Signore capiamo che in quel momento, con quel rinnovo consapevole del nostro battesimo, potrebbe veramente nascere una nuova vita per noi.
Nel pomeriggio poi, dopo la visita alle grotte di Qumram in cui sono stati ritrovati i testi scritti dagli esseni sulla vita di Gesù, la visita al monte della Quarantena, il passaggio davanti al Sicomoro e il bagno nel Mar Morto, Hatem ha preso la strada che i cartelli indicano JERUSALEM e la tensione ha cominciato a salire.
 
Prima di arrivare a destinazione ci fermiamo per la Messa quotidiana. È  un’esperienza unica la celebrazione dell’Eucarestia sul precipizio dell’arido deserto; sembra di toccare il cielo, di non avere i piedi per terra, di vivere quell’ora al di fuori della realtà con solo le nostre parole e i nostri canti che ringraziano Dio presente tra noi, senza nient’altro attorno.
 
Riprendiamo la strada e ad un certo punto la città di Gerusalemme appare davanti a noi, imponente e molto suggestiva, con il sole che sta tramontando e le luci della città che si stanno accendendo facendola sembrare un enorme presepe nel quale non manca niente e nessuno, tantomeno la presenza di Gesù che è viva in mezzo a noi.
 
Siamo ancora estasiati a guardare il panorama di questa città Santa quando la nostra preziosa guida, don Arienzo, ci comunica che c’è stato un cambio di programma: non andiamo direttamente in albergo, ma riusciamo a fare un salto al Santo Sepolcro.
 
Quale dono più grande avrebbero potuto farci per chiudere bene l’anno che sta per terminare?
Andiamo tutti di corsa per i vicoli stretti di Gerusalemme tra la voglia di arrivare in fretta e la paura di perderci in quell’enorme suk che a nessuno interessa: abbiamo tutti un’altra meta.
 
Ed è con una gioia infinita, un’enorme devozione, un’impressionante umiltà che ci inginocchiamo su quel Calvario e davanti a quel Sepolcro in cui il Signore ha dato la vita per tutti noi, ha sconfitto la morte per portarci in cielo con Lui.
Il mistero della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo è avvenuto QUI, a noi non rimane che aprire il nostro cuore alla preghiera, al ringraziamento e alla lode verso Lui.
 
Con la speranza che riaprano eccezionalmente le enormi porte del Santo Sepolcro in quella notte particolare (31/12) dopo cena facciamo un giro per la città passando nella zona del tempio, vicino al cosìdetto ‘muro del pianto’ e ci fermiamo ad osservare pregare gli ebrei nel rispetto delle loro usanze e del  loro Credo.
 
Purtroppo però la nostra attesa è vana: anche questa sera le porte del Sepolcro rimangono chiuse e non ci rimane che tornare in albergo ad attendere l’inizio del nuovo anno che per noi è cominciato in modo eccezionale.
 
Il giorno seguente visitiamo Ain karem, paese di San Giovanni Battista e la chiesa della Visitazione, il suggestivo Museo dell’olocausto che sorge su un monte attorniato da sei milioni di alberi’e passato il ‘confine’ siamo a Betlemme. Visitiamo la grotta in cui è nato Gesù Bambino nella quale è ancora presente la mangiatoia in cui è stato deposto in fasce e in quei pochi minuti che siamo riusciti a stare lì davanti abbiamo pensato a quante persone amano Gesù, a quanti accorrono a Lui e vogliono vivere con Lui.
 
Gli ultimi due giorni di questo pellegrinaggio li dedichiamo completamente alla città di Gerusalemme, alle sue chiese, alle grotte, alle basiliche, al monte degli Ulivi, al Getsemani, alla Via Crucis per i vicoli del mercato arabo, al suo panorama unico e a quel miscuglio di confessioni religiose diverse tra loro per modi e usanze, ma con in comune lo stesso Dio da lodare e ringraziare.
 
Questo ci ha fatto anche ricordare l’universalità della Chiesa e che tanti uomini cercano di vivere negli insegnamenti di Cristo per cercare di sconfiggere il peccato, ma soprattutto quanto è grande la forza del perdono che è essenziale nella vita di noi fedeli perché solo tramite il perdono raggiungiamo la pace e ci sentiamo veramente tutti fratelli, figli di un unico Padre.
 
In questi giorni trascorsi in Terra Santa la nostra mente non è proiettata verso il futuro e nemmeno nel passato, ma vogliamo vivere intensamente questi momenti e queste emozioni per farne tesoro e riviverli domani, quando torneremo alla nostra vita quotidiana.
 
Un’altra cosa per noi ‘speciale’ di questo pellegrinaggio è stata l’armonia che si è creata da subito tra i componenti del gruppo, anche tra coloro che non si erano mai incontrati prima. Si sono approfondite conoscenze e nate nuove amicizie. Abbiamo vissuto insieme intensi momenti di interiorità e di stupore.
 
Abbiamo avuto l’impressione che tutti abbiano vissuto in pace e serenità e malgrado le levatacce e le scarpinate nessuno senta la stanchezza, anzi, dobbiamo vivere intensamente per non perdere nemmeno un attimo di quel tempo prezioso che ci è stato messo a disposizione e che le nostre eccellenti guide hanno cercato di sfruttare al massimo per noi.
 
Un grange grazie ci sentiamo infatti di dire a Don Arienzo per la sua impeccabile organizzazione e a Mons. Giuseppe Verucchi per averci fatto vivere quest’indimenticabile esperienza non di un pellegrinaggio, ma del pellegrinaggio che, con le sue omelie e le sue spiegazioni ci ha fatto entrare nel libro del Vangelo ad ogni passo, ogni pietra, ogni chiesa, ogni via, ogni città che abbiamo visitato con gli occhi, con la mente e con il cuore.
 
Grazie Don!
 
 
Giorgio e Morena