Il Card. Comastri a San Rocco

Dal ‘RisVeglio Duemila’  N. 20/2013
 
Giovedì 16 maggio a Ravenna, nella Chiesa di San Rocco stracolma, il Cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica papale di San Pietro in Vaticano, presidente della Fabbrica di San Pietro e vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e per le Ville Pontificie di Castel Gandolfo, ha tenuto una conversazione su ‘ Maria, donna di fede’.
Papa Francesco ci ricorda sempre che abbiamo bisogno di riscoprire la fede, l’unica luce che abbiamo per attraversare il buio della sofferenza.  L’esempio della più grande fede è Maria. Comastri ricorda quando era Parroco a Porto Santo Stefano, dove conobbe una signora di nome Sascia, vissuta in Ucraina nel tempo della dittatura. La fede era rigorosamente proibita e lei ha potuto trovare il bene prezioso della fede arrivando in Italia, dopo avere sperimentato il buio della mancanza di Dio, il buio di una vita che non ha senso, se non si ha il privilegio di credere.  Nel novembre 1954, a Stoccolma viene trovato suicida a 31 anni Stig Dagerman, uno scrittore molto noto in Svezia. Viene trovato un foglio tra i suoi scritti che riporta queste parole: ‘Mi manca la fede e non potrò mai quindi essere un uomo felice’.  La disperazione di oggi parte da una crisi spirituale, poiché si è smarrito il senso della vita.  Il modello più bello di fede è Maria: cerchiamo di rivisitare alcuni momenti della sua vita nei quali risplende la bellezza della sua fede. Partiamo da Nazareth, dalla grotta nella quale viveva e immaginiamo lo stupore di Maria all’Annunciazione quando l’Arcangelo Gabriele le dice: ‘Gioisci, tu che sei stata riempita di grazia, il Signore è con te! Non temere, concepirai un figlio, lo darai alla luce, lo chiamerai Gesù, sarà chiamato Figlio dell’Altissimo’. Maria da quel momento si fida ciecamente di Dio. Pensiamo al tempo della Passione, quando Maria è la vera credente, nell’ora della croce è accanto a Gesù. Il Calvario è la massima manifestazione di Dio e Gesù  ha potuto dire dall’alto della Croce rivolgendosi a Giovanni: ‘Figlio, ecco tua Madre’, perché Maria era dalla parte di Dio. Maria ci può insegnare veramente la fede.  Il Cardinale Comastri ha concluso con un sonetto sulla fede di Trilussa, un poeta romanesco che piaceva tanto a Giovanni Paolo I. Trilussa immagina la fede come una vecchietta cieca e scrive: ‘Quella vecchietta cieca che incontrai la notte che me spersi in mezzo al bosco ‘ perché la vita è come un bosco dove siamo tutti sperduti ‘ quella vecchietta mi disse: ‘Se la strada non la sai, te ci’accompagno io che la conosco. Se ci’hai la forza de venime appresso, de tanto in tanto te darò n’a voce, fino là in fonno dove c’è un cipresso, fino là in cima dove c’è la croce, poiché la vita di tutti passa per il calvario’. Io risposi mmm’ sarà ?! Ma trovo strano che mi possa guidà si nun ce vede. La cieca allora me pigliò la mano e sospirò ‘Cammina!!” Era la fede! ‘.
Patrizia Ravagli